Meglio tardi che mai

di Comitato “Uniti per l’ospedale Sant’Angelo d’Acri”

È noto a tutti ormai da tempo che la sanità calabrese vive uno stato confusionale e di conseguenza, la Asp cosentina naviga a vista: chi va, chi viene, chi arriva e chi parte. Commissari nominati e poi spostati, dirigenti nell’occhio del ciclone, decisioni prese per seguire volontà politiche e non per risolvere i problemi di salute dei cittadini. Non c’è un progetto, non si programma, non si sa cosa succede oggi e cosa dovrebbe succedere domani. Chi programma? Chi decide? Chi segue se le decisioni prese vengono eseguite e soprattutto: chi valuta se quanto fatto è realmente funzionale ai bisogni della cittadinanza e non è invece solo uno spreco di denaro pubblico?
Anche Acri necessita di una programmazione seria in campo sanitario; non si può più aspettare che ci venga calata dall’alto e da chi poi? Abbiamo bisogno di un tavolo progettuale attorno a cui riunire tutte le forze politiche e amministrative del nostro comune, i dirigenti sanitari, una rappresentanza degli operatori sanitari, della cittadinanza – in tempi stretti e con un impegno che sia operativo, snello e veloce nella progettualità. Dobbiamo elaborare la proposta di Acri per il suo ospedale e per la medicina territoriale. Il nostro comitato lo ha proposto al sindaco ed alla commissione sanità e stiamo aspettando che si attui a breve. Si potrebbe ad esempio partire dalla proposta del sindaco di una commissione permanente ogni 15 giorni, di cui siamo certi a breve perverrà convocazione (i mezzi online lo permettono).
Non è pensabile e proponibile che si proceda più senza un piano realisticamente realizzabile di come pensiamo e vogliamo che diventi il nostro ospedale.
Aprire un reparto Covid senza personale, forse è stato un azzardo, in quanto scelta effettuata forse senza una realistica programmazione e senza valutare profitti e perdite in termini di servizi alla cittadinanza. Oggi è chiaro che aprire questo reparto ha significato rosicchiare personale dagli altri reparti. Ci fa piacere che a denunciare la mancanza di personale, soprattutto per il reparto Covid, sia stato lo stesso consigliere comunale Fausto Sposato, nella sua veste di presidente dell’ordine degli infermieri, che oggi, evidentemente, ha toccato con mano le difficoltà di gestione delle scelte fatte. Al momento, purtroppo, i cittadini si devono rivolgere altrove per effettuare tutte quelle prestazioni chirurgiche che potevano e volevano fare ad Acri. Il rischio ulteriore è che, se non ci sarà un’attenta progettazione, anche le scelte successive, relative alla collocazione dei posti di chirurgia, potrebbero rivelarsi un boomerang. Di tutto ciò siamo certi che il Direttore Sanitario f.f. di Acri si farà sicuramente carico, sperando di incontrarlo al più presto.
Purtroppo, oggi, i problemi sono tanti e non sempre è facile gestirli, ma a rimetterci è sempre il cittadino e soprattutto sono le fasce più deboli.
La questione vaccini, certamente maldestramente gestita a livello nazionale, sta creando problemi notevoli anche da noi. Ad Acri procedeva abbastanza speditamente ma, ecco che cambiano le regole perché, dalla prenotazione fatta tramite i medici curanti, o al massimo telefonicamente o per mail alla protezione civile di Acri, si è passati all’obbligo di prenotazione sulla piattaforma. Tutto ciò ha determinato un notevole disservizio e reali difficoltà anche per chi era già in lista per vaccinarsi ad Acri ed è, invece stato spostato fuori comune. Ma, ci chiediamo: nessuno pensa che non tutti i cittadini riescono a gestire una prenotazione informatica e che spostarsi non è così semplice? Chi pensa agli anziani, ai soggetti fragili, ai disabili?
Molti parenti riferiscono di ore passate a cercare di prenotare i loro cari e di problemi di codici che non corrispondono alle patologie. In mano a chi siamo, ci chiediamo? A gente che è pagata per semplificare la vita ai cittadini, oppure siamo abbandonati alle decisioni di chi gioca a carte sulla pelle degli altri? Regna grande confusione per cittadini e personale.
Alla luce di ciò, anticipiamo ai nostri concittadini che, qualora non venissero prese serie iniziative di confronto sociale ed amministrativo per il rilancio e la rimodulazione del nostro ospedale, nonché per risolvere, in modo condiviso tutti i problemi conseguenti alla pandemia, noi siamo pronti, in rete con altre associazioni e cittadini, ad intraprendere una dura lotta per la tutela costituzionale del diritto alla salute.