DOSI:
1k di farina
500 g di patate
45g di lievito di birra
45g di sale
Mettere un po’ di farina sulla spianatoia, aggiungere le patate lesse passate al passa patate, fare la fontana ed aggiungere il lievito di birra con un pizzico di zucchero squagliato in pochissima acqua tiepida. Tutto intorno, lontano dal lievito, inserire il sale. Mischiare il tutto aggiungendo poco per volta la farina (quanta ne riceve). La dose della farina non è tassativa. Dipende dal tipo di patata. Le migliori, per i miei gusti, sono le patate rosse silane. Hanno pasta gialla molto compatta e prendono poca farina. Le patate a pasta gialla normali, invece, prendono maggiori quantità di farina. In ogni casa la patata dev’essere a pasta gialla. Impastare a lungo, dividere l’impasto in tante palline della grandezza di un piccolo mandarino e posizionarle sulla spianatoia infarinata ad una certa distanza una dall’altra, per permettere la lievitazione. Spruzzare le palline con un po’ di farina, coprire il tutto con una tovaglia pulita ed una coperta. Lasciare lievitare fino a quando non hanno raddoppiato la propria dimensione.
Mettere sul fuoco una pentola a bordi alti con almeno 1 l di olio d’oliva o di semi di arachidi e lasciarlo riscaldare, appena raggiunta la temperatura adatta per la frittura (mai il punto di fumo), friggere i cullurielli, uno, due per volta, pigliando la pallina, bucandola al centro con un dito, per dare la forma della ciambella e posizionarla nell’olio bollente, con il manico di un cucchiaio di legno, girare nel buco della ciambella mentre inizia a friggere nell’olio per far si che mantenga ed allarghi il buco. Girarli spesso per ottenere una doratura ottimale, toglierli dal fuoco e metterli a perdere olio in uno scolapasta prima di posizionarli nel piatto di portata. Aggiungere sale se necessario.