Vittima dell’uranio impoverito, Carlo Calcagni ad Acri: «Prendo 300 pastiglie al giorno ma sono rinato grazie allo sport»

Tra gli ospiti della 21esima edizione di Assaporagionando, la fiera che si è svolta ad Acri, anche Carlo Calcagni, il colonnello dell’Esercito Italiano rimasto gravemente intossicato dall’uranio impoverito durante una missione di pace in Bosnia. A causa del metallo pesante, Calcagni deve fare i conti quotidianamente con 24 patologie. È senza un polmone e convive con livelli di saturazione al di sotto dei limiti di guardia, con dialisi, flebo, farmaci. Trecento pastiglie al giorno ma una forza d’acciaio.

Il colonnello Calcagni ad Acri ha incontrato, all’interno della sala del Consiglio di Palazzo Sanseverino-Falcone, alcuni studenti dell’Unical e degli istituti scolastici del territorio ma anche i ragazzi diversamente abili del centro diurno Pierino Tricarico. Con tutti loro si è trasformato in testimonial di coraggio e di speranza e al nostro microfono ha lanciato un chiaro messaggio.

«Alla base di tutto c’è la forza di volontà – afferma il colonnello Calcagni -. Non esiste dire “non ho tempo per fare qualcosa” è la volontà che fa superare qualunque difficoltà. In tanti mi chiedono dove trovi io la forza di andare avanti. Facile – dice Calcagni -, la trovo dentro di me.  Si tratta semplicemente della forza che ognuno di noi ha dalla nascita, tutti ne siamo dotati, c’è chi nel momento del bisogno la utilizza, chi invece non sa di averla. Ecco – continua – la mia testimonianza vuole essere di sprono e di stimolo per tanti e soprattutto per quelli che devono trovare la forza per poter superare paure e difficoltà. La forza di volontà può tutto».

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