Vicenda giudiziaria Aieta, Capalbo: «Non poteva esserci esito diverso. La verità è figlia del tempo»

di Pino Capalbo

I Giudici della VI sezione penale hanno respinto il ricorso della Procura di Paola contro la decisione del tribunale del riesame che annullando la misura cautelare del divieto di dimora stabiliva, altresì, l’assenza di gravità indiziaria per tutte le ipotesi di reato e tra queste quella che mi vedeva coinvolto.

Giuseppe Aieta, già consigliere regionale e mio carissimo amico, oggi gioisce, anche se con amarezza, e io gioisco con lui. Si conclude favorevolmente la fase cautelare, una fase che secondo le pronuncie sopraevidenziate non avrebbe dovuto nemmeno iniziare. Un procedimento che mi ha visto ingiustamente coinvolto e che tanta sofferenza ha provocato anche ai miei familiari. I detrattori che non avendo argomentazioni valide in campagna elettorale che li ha visti sconfitti dovrebbero chiedere scusa. Garantisti a fase alterne.

La politica è altro così come chiedere scusa è segno di maturità che non tutti hanno. Viene accertata la mia onestà e restituita onorabilità alla mia persona sia come uomo che come sindaco. Grazie alla città di Acri per non aver mai dubitato del mio operato guidato solo ed esclusivamente dal perseguimento del bene comune