Fiera di Sant’Angelo, gli ambulanti scrivono al prefetto: «Tariffe alle stelle, chiediamo il ripristino della legalità»

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’Associazione nazionale ambulanti indirizzata al prefetto di Cosenza e al sindaco di Acri riguardo alla mancata applicazione del canone unico per la Fiera di Sant’Angelo d’Acri 2022.

La missiva è firmata dal presidente di Ana Ugl Mario Pino e dal presidente della sezione fiere, sagre e feste Salvatore Alessandria.

Illustrissimo Prefetto,
ci vediamo costretti nuovamente ad invocare il suo intervento per garantire la legalità dell’operato delle amministrazioni locali.
Come emerge dall’allegato, ai commercianti ambulanti che intendono frequentare la fiera di Sant’Angelo d’Acri, l’amministrazione comunale ha deciso di chiedere per l’occupazione del suolo pubblico la cifra di “€ 0,60 x mq x ore di effettiva occupazione” in totale spregio della nuova disciplina in materia di Canone Unico.
Ed invero, la Legge di Bilancio 2020 (L. n. 160\2019) introduce il cd. Canone Unico per l’occupazione degli spazi pubblici, sostituendo tutte le pretese tributarie prima vigenti.

L’art. 1 co. 842 della citata legge fissa la tariffa giornaliera per i comuni da 10.000 a 30.000 abitanti in € 0,70.
In premessa, poiché la fiera ha durata superiore alle 9 ore, la tariffa di € 0,70 non dovrà subire alcun frazionamento, coprendo l’intera giornata di permanenza.
Il Comune, invece, chiede la cifra di € 0,60 al mq per ogni ora di permanenza, prevedendo una permanenza minima e standard di 7 ore, ed aumentando esponenzialmente ed illegittimamente la cifra da pagare per ottenere il posteggio.
La tariffa illegittima richiesta dal Comune comporterebbe un esborso per ogni singolo ambulante di euro 210,00 per un posto di 50 mq (0,60 x 50 mq = 30 € x 7 ore = € 210,00).

La tariffa prevista dalla legge di € 0,70 al giorno al mq si pagherebbe € 35,00 per il medesimo posto.
Il Comune di Acri, in altri termini, applica una tariffa inferiore (€ 0,60 al mq) ma poi, in modo del tutto arbitrario, decide di moltiplicarla per il numero di ore di permanenza, laddove invece la norma in materia di canone unico prevede un frazionamento per ore di permanenza (non applicato, però, nel caso delle fiere che prevedono una permanenza superiore alle 9 ore).


Il risultato è che la somma richiesta dal Comune di Acri è 6 volte superiore rispetto a quanto dovuto in ossequio al canone unico, e palesa un agire amministrativo in barba alle disposizioni legislative vigenti.
Prima di invocare il Suo intervento abbiamo tentato un’interlocuzione con il Comune di Acri, che ha espresso con fermezza la volontà di mantenere questa tariffa illegittima.

Lei saprà che non è la prima volta che invochiamo la sua autorità per garantire il rispetto della legalità presso le amministrazioni comunali, e la frequenza con cui la interpelliamo è sintomo del fatto che le amministrazioni locali pensano di essere superiori alla legge, ritenendo che una delibera comunale possa superare disposizioni legislative di rango primario, il tutto a scapito della categoria dei commercianti ambulanti.
Siamo stanchi e chiediamo un suo intervento presso il Comune di Acri per il ripristino della legalità violata, nonché un vertice con tutte le amministrazioni comunali per ribadire che le tariffe del Canone Unico sono legge dello Stato e devono essere rispettate.
Si confida in un suo celere intervento e si proclama lo stato di agitazione della categoria.