Ci son cascato di nuovo, cASPita!

DI GIUSEPPE DONATO

Ho pensato a lungo prima di scrivere, solitamente lo faccio per non buttare giù scritti alimentati dalla
pancia, ma non sono riuscito a sottrarmi dal farlo perché ritengo decisamente fuori luogo che in un
dibattito pubblico si debba assistere allo squallore di personaggi rancorosi che probabilmente sorpresi
nell’esercizio delle loro dissimulazioni a mezzo stampa, esercitate omettendo di estendere le loro
comunicazioni professionali alle testate strettamente locali, si rifugiano nell’etichettare con epiteti più
o meno offensivi o lesivi della dignità altrui, eventuali voci discordanti rispetto al credo in cui il nostro
eroe sembra essersi immolato.


Ho provato quindi a immaginare Giuseppe “Peppino” Impastato, etichettato come sfigato perché
schieratosi contro il malaffare che aveva pervaso persino la sua famiglia, sebbene indirettamente.
Ho cercato di capire quanto sfigato possa essere stato Nicola Calipari, nel fare da scudo alla giornalista
Giuliana Sgrena oppure quanto possa essere stata sfigata la collega Daphne Caruana Galizia, saltata in
aria insieme alle sue inchieste scomode.


Cosa dire poi della sfiga che ha colpito la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin o ancora
l’ambasciatore Luca Attanasio, persone che mettevano le vite degli altri davanti alle proprie.
Poi però riconduco tutte queste storie alle nostre latitudini e mi rendo conto di quanto siano piccoli
certi “personaggetti” che di colpo passano dalla dimensione locale a quella luccicante delle star
televisive, da anonimi operatori di presidio alle stanze dorate degli ordini professionali e comprendo
il perché dopo essersi spesi per ottenere pennacchi e onorificenze, debbano necessariamente
imboccare la via del declino perché non abituati alle stelle.


Non fanno in tempo a dispensare richieste di rispetto e toni più pacati che immantinente ricadono
nell’errore dell’offesa gratuita, come dei novelli Mosè portatori delle tavole della buona
comunicazione che devono rigorosamente rispettare lo standard della faccina, della gif, del pensiero
abbozzato, del pensiero strozzato, ma non contemplano l’esercizio del diritto di critica in ossequio al
noto adagio “Tutto va bene, madama la marchesa!”.
Nella speranza che gli elettori possano domani depennare dalla scena politica locale queste comparse,
mi congedo rinnovando l’invito che mi accomuna alla gente bruzia, con il quale solitamente si fa
affidamento al buonsenso di cotali personaggi ascesi alla pubblica scena affinché possano ritornare
con umiltà ai posti a loro più congeniali: “Scinna i su quatru!”.