Siamo tutti un po’ più soli

Di Franco Bifano

Fuori, la luce dei lampioni riverbera sulla neve e delinea i contorni delle case. È una tipica serata di gennaio, il freddo è pungente.

La notizia della scomparsa di Paolo Siciliano mi arriva come uno schiaffo in pieno viso, inaspettato, violento. Non riesco a crederci, com’è possibile? Come può essere andato via in maniera così improvvisa e inattesa Paolo, l’amico di tutti, il professionista scrupoloso e sempre disponibile.

Il pensiero corre rapido a l’altro ieri quando in farmacia mi ha salutano con il solito “Fra, novità?”. Non mi ricordo una, che sia una volta, che non lo abbia fatto. Si informava sulla famiglia, mi chiedeva del calcio locale o si scherzava su quello nazionale.

A suo tempo ha avuto un rapporto “privilegiato” con mio suocero. A lui lo legava certamente affetto e una sincera ammirazione, non mancava mai di uscire a salutarlo in macchina, quando attendeva fuori dalla farmacia. Ha sempre risposto ad ogni sua telefonata con garbo e premura, anche quando queste si erano fatte frequentissime. La sola voce di Paolo per lui era una medicina efficace, ed egli non lesinava di accordargli telefonicamente una generosa dose quotidiana.

Oserei definire Paolo un guaritore di anime e nello stesso tempo una persona di temperamento. Sul lavoro era sempre molto attento, quindi inevitabilmente anche esigente. Aveva la capacità di riuscire ad entrare in sintonia con tutti. Chiunque ha avuto la fortuna di conoscerlo è rimasto certamente colpito dalla grande disponibilità che manifestava in ogni circostanza.

Oggi sono centinaia le manifestazioni di affetto, perché ognuno si sente privato di qualcosa, l’intera città si è svegliata più povera. Tutti noi ci siamo svegliati più poveri, siamo tutti più soli senza Paolo.