Per il pm non fu corruzione, chiesta archiviazione per il sindaco Capalbo: «Anime nere nella coalizione Zanfini»
«Ho sempre confidato nella giustizia e nella magistratura inquirente». Con queste parole il sindaco di Acri Pino Capalbo chiude la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto negli ultimi quattro anni. In sostanza, il primo cittadino venne accusato di aver procacciato voti in favore di Giuseppe Aieta, in cambio della propria assunzione nella struttura speciale dell’allora consigliere regionale. All’epoca dei fatti l’atto firmato da Aieta venne considerato contrario ai doveri d’ufficio: l’assunzione di Capalbo sarebbe stata «esclusivamente strumentale a soddisfare le esigenze personali ed elettorali». Da qui le accuse di corruzione formulate nel 2020 dalla Procura di Paola.