Ospedale Acri, l’Amministrazione comunale: «Il coordinamento di associazioni fa disinformazione»
L’Amministrazione comunale di Acri
Non possiamo restare indifferenti rispetto all’ennesimo tentativo di disinformazione da parte di un “Coordinamento di Associazioni” nato pochi mesi fa, che dà una lettura di parte e priva di qualsivoglia corrispondenza al vero.
Abbiamo sempre sostenuto che il nostro ospedale, tra quelli di “area disagiata”, fosse quello con performance migliori: a conferma di ciò esistono la Delibera dell’ASP, che ne conferma la performance, ed il rapporto Agenas.
Tutti i reparti di chirurgia, su scala nazionale, durante il periodo Covid effettuavano solo interventi d’urgenza indifferibili. Acri, le urgenze, non le espletava già dall’anno 2010 in quanto non più ospedale generale: soffermarsi dunque solo all’anno 2017 appare quanto meno forviante.
L’apertura del reparto Covid durante il tragico periodo dell’epidemia la rivendichiamo in quanto non solo ha consentito la degenza di malati Covid anche di Acri, evitando che venissero ricoverati in altri presidi (decongestionando l’Hub di Cosenza) ma ha impedito il trasferimento del personale sanitario medico ed infermieristico in altri presidi. Il reparto Covid di Acri – grazie all’impegno del nostro personale sanitario e grazie alla lungimiranza dell’Amministrazione – considerata la criticità della situazione, ha visto aumentare i posti letto da 16 a 21 nell’arco temporale di una notte. Inoltre si dimentica che, nel 2017, i medici al Pronto soccorso erano 3: il nostro impegno ha fatto si che diventassero 5. Durante quel periodo, visto il trasferimento di un anestesista, riuscimmo ad ottenere la disponibilità di altri due anestesisti in turni aggiuntivi.
L’ambulatorio di oncologia fu aperto durante la prima consiliatura Capalbo: chiuso poi per l’emergenza Covid. Tutto questo è accaduto nonostante in ASP Cosenza si siano succeduti molti commissari in meno di due anni e mezzo.
Quanto alle proposte avanzate nel tempo dalle due sole Associazioni che si sono occupate del nostro Nosocomio, nel corso di una Commissione alla presenza dell’allora Direttore sanitario, furono discusse e ritenute irricevibili non tanto da noi, bensì dalle linee guida vigenti. Pensare o far credere che Acri potesse (o potrebbe) diventare ospedale generale è quanto meno ingannevole nei confronti dei cittadini. Appare dunque fuorviante attribuire presunte responsabilità al sindaco e all’Amministrazione comunale.
Relativamente al ricorso avverso il DCA 198 del 12/07/2023, si fa presente che è stato notificato a settembre 2023, pertanto dev’essere fissata l’udienza di merito.
Le strumentalizzazioni le lasciamo agli altri. Un argomento così sensibile come la salute dei cittadini appartiene a tutti, ad una intera comunità della quale noi siamo solo gli interpreti.