Tennis ad Acri. Al via il Campionato invernale. Intanto il Comune rifà il campo di Padia

di Luigi Chimento 

38 giocatori che sul campo della struttura Playsport si sfideranno all’ultima palla per eleggere il vincitore. Ha preso ufficialmente il via il Campionato sociale di Tennis. La manifestazione, ad opera del Tennis Club locale, si concluderà nella primavera del 2017 e si articola in due fasi: la prima a gironi, la seconda ad eliminazione diretta, alla quale approderanno 16 atleti. Dei 38 partecipanti, 6 provengono da circoli extra acresi. Fra gli iscritti, una doverosa citazione per due bandiere come Nunzio e Gianni Tripoli, due fratelli che hanno dato blasone al toponimo Acri, sui campi di tennis di tuta la Calabria. Un’iniziativa, che arriva in un periodo di particolare fervore del tennis acrese. E’ un po’di anni infatti, che cresce l’interesse verso quello che Adriano Panatta aveva definito lo “Sport del diavolo”; tant’è, che un gruppo di appassionati che negli anni novanta aveva fondato un circolo, ha ripreso il progetto dal cassetto, dando il via ad una serie di tornei, con ciliegina sulla torta la partecipazione alla Coppa Italia della quarta categoria. Un’ulteriore accelerazione a questo new deal è stata fornita proprio dal campetto polivalente Playsport dei fratelli Ferraro, che, in quanto coperto, dà la possibilità di praticare tennis e calcetto tutto l’anno. Di certo una piacevole novità nel panorama sportivo della cittadina presilana, impreziosita dalla presenza nel centro di scuola calcio e Tennis. Questa volta ci mette del suo anche l’Amministrazione Comunale, che, dopo le sollecitazioni del Tennis Club Acri, si è decisa a prendersi carico delle istanze provenienti dal territorio, mettendo mano al portafoglio per ammodernare l’oramai vetusto campetto di Padia_un manto di gioco ex novo e la messa in sicurezza della recinzione, fra gli interventi più significativi_ prevedendone l’utilizzo esclusivo al gioco del Tennis. Il prossimo obiettivo per il Tennis Club Acri è l’ottenimento della gestione diretta del sopracitato rettangolo di gioco che diventerebbe così “l’arena” ufficiale del Circolo. Uno sport, il tennis, che, secondo molti pedagogisti motivazionali, è perfetta metafora dell’esistenza: sei solo, come lo è il tuo avversario; con l’unico obiettivo di vincere. Pur sapendo che_ nonostante la tecnica individuale che hai acquisito, l’acume tattico e l’atletismo in grado di farti sopravvivere alle intemperie di partite che possono protrarsi anche 3 ore_ alla fine, spesso, perderai. Semplicemente perché nei tornei di Tennis vince uno solo. E che nonostante giochi bene, puoi perdere lo stesso. Ma al di là della sconfitta, ricomincerai, imparando dai tuoi errori ed osservando l’altro solo per migliorare te stesso. Sempre con rispetto e lealtà nei confronti dell’avversario e consapevole che in fondo, il destino della partita, come ci ha raccontato Woody Allen in “Mach Point”, è sempre legato al movimento oscillatorio di quella maledetta pallina che volteggia sul nastro bianco. Ma anche se cadrà dalla parte sbagliata, hai sempre la possibilità di rifarti, mantenendo la pazienza e l’energia positiva per concentrarti su ogni punto/presente e cancellando gli errori/il passato e con essi le emozioni negative che ancorano la mente all’immobilismo. Quanti buoni motivi per non avviare i pargoli sempre e solo all’arte di Sua maestà il Calcio.

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