OPINIONI | Non è corretto
di Franco Bifano
Certo, mi era difficile immaginare che proprio io che “cavalcavo” ogni protesta pur di non andare a scuola, un giorno mi sarei trovato a dover difendere dei ragazzi che invece manifestano perché vogliono rientrare in aula. Che dire? A volte le vie dell’istruzione, sono misteriose, come quelle della provvidenza! E’ vero non si può negare che questa pandemia ha messo in difficoltà tutti: commerciati, artigiani. Professionisti, famiglie. Tuttavia, però non bisogna dimenticare che ha pagarne un prezzo pesante, sono stati loro, i ragazzi. Ora, al netto dei disagi vissuti nelle famiglie, la lotta alla diffusione di questo ignobile virus li ha colpiti, di fatto nella loro essenza vitale. Quell’ essenza che per sua natura si nutre di amicizie da coltivare, di “amori” da conquistare e vivere attimo per attimo, di esperienze scolastiche da condividere gomito a gomito e non certo attraverso un monitor di computer.
Si obietterà che questa è la generazione tecnologica, che ormai vive costantemente nel mondo virtuale dei social. Non sono affatto convinto che questo sia del tutto vero. In realtà penso che la maggior parte dei ragazzi sia ancora (per fortuna) alla scoperta della propria dimensione nel mondo e che, purtroppo, senza adeguato “esercizio” di relazione si rifugia nella rete senza conoscere le reali potenzialità e i rischi di una tecnologia in continua evoluzione. I social, in mancanza anche di attenzione o di affettività, sono ossessivamente presenti nella loro vita, diventano quindi una scialuppa di salvataggio e non una sorta di “effetto collaterale” negativo della realtà virtuale. Andrebbero quindi maneggiati con molta cura, per non subirne gli effetti deleteri, come ogni giorno la cronaca ci racconta.
Ma, torniamo alla questione scuola. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti – e non lo è- che i contagi riscontrati in ambito scolastico, sono soprattutto il risultato dei comportamenti non corretti tenuti fuori dalle mura scolastiche. E’ opportuno mettere in campo delle efficaci strategie per eliminare questi ultimi, o, almeno, ridurne al minimo i possibili effetti negativi. Persuadere i giovani, far comprendere loro quanto sia importante avere un comportamento prudente, indossando quindi la mascherina, rispettando il distanziamento sociale nei luoghi dove si ritrovano, questa è la vera sfida! Quante famiglia hanno accettato la sfida di dare l’esempio? Quanti invece hanno lasciato da soli i ragazzi a dover gestire il peso di accettare profonde restrizioni che hanno cambiato la loro vita? Quanti hanno spiegato l’importanza di mantenere un comportamento virtuoso per fermare i contagi?
Quanti, soprattutto, hanno seriamente compreso la necessita di prevenire comportamenti non opportuni? Dare addosso sui social ai ragazzi senza prima aver risposto con onestà a queste domande, mi sembra poco coerente, ingeneroso e non corretto.