Occhi che sorridono

DI ADELINA ZANFINI

Incontri persone che sorridono con lo sguardo. Non ne conosci il nome ma ti sembra di conoscerle da sempre, nell’animo.

Ogni domenica, alla fine della celebrazione eucaristica, una signora gentile e sorridente, con i capelli d’argento si avvicinava a baciare mio figlio. Lo ha fatto da almeno dieci anni. Un rito.

Quando il “giovanotto” ( come lo chiamava lei) non era tra i banchi della Chiesa, si premurava di chiedere il perché. La sua ansia era affettuosa e materna.

Con ogni temperatura atmosferica la trovavi a Messa a Padia. Pioggia..vento..neve non la intimorivano. Non voleva mai essere accompagnata a casa in macchina, seppure a pochi passi nel rione.
Solo una volta ci chiese un passaggio fino a casa della amata nipotina perché la piccola aveva qualche linea di febbre.

Mi mancherà quell’abbraccio finale che, a volte, precedeva perfino la benedizione del sacerdote, tanta era l’ansia di esprimerci il suo affetto.
In mio marito vedeva un amico di suo figlio e questo bastava per chiamarlo affettuosamente come si fa in famiglia.

Ho ignorato il suo nome per i primi tempi ma non mi era sfuggita dal primo istante la bontà del suo sguardo, le mani ruvide di una donna che deve aver lavorato tanto nella vita, il sorriso sempre stampato sulle sue labbra.

Durante la benedizione del Gesù Bambino, del dicembre scorso, mi sorprese con una richiesta insolita. Solitamente si porta a benedire il Gesù Bambino che verrà deposto nel Presepe di casa, lei aveva dimenticato di portare il proprio. Le sue mani protese all’altare erano, dunque, vuote. Si girò verso di me che avevo portato tutti i piccoli Gesù Bambino che i miei figli hanno in casa dai tempi dell’asilo e mi disse: “Me ne dai uno?” La richiesta mi sorprese oltremodo. Esitai qualche secondo…e il tempo di incrociare il suo sguardo capii che la Benedizione autentica era in quel gesto di condivisione. Felice come una bambina se ne andò a casa con il Gesù bambino in palmo di mano.

Le sue mani protese verso l’altare non sono mai state vuote, il suo cuore è sempre stato colmo d’amore.

In questi giorni della sua sofferenza mi è capitato spesso di pensare a lei.
La sua immagine era nella mia mente sempre uguale: occhi che sorridono.

Sono certa che nulla accada per caso. Ora dorme e riposa, come tutti i puri di cuore, tra le braccia di quel Gesù bambino che tanto desiderava stringere fra le mani.

In memoria della sig.Maria Bonelli, con affetto

Adelinda Zanfini