Acri, ospedale: “riaprire i reparti chiusi”

Comitato “Uniti per l’ospedale Sant’Angelo d’Acri”


La pandemia, oltre a mettere in evidenza la fragilità del sistema sanitario calabrese, ha avuto il merito di portare al centro dell’attenzione l’importanza che riveste l’organizzazione di medicina territoriale insieme agli ospedali di prossimità.
Le discutibili scelte politiche degli ultimi 20 anni hanno depotenziato e minato alla base il Sistema Sanitario Nazionale. L’ospedale della nostra città è stato indubbiamente quello maggiormente penalizzato da scelte incoerenti e poco accorte.
Sono anni che il “Beato Angelo” è al centro di polemiche.
Polemiche che si sono maggiormente acuite con la recente apertura di un reparto COVID che, di fatto, ha ulteriormente ridotto le prestazioni sanitarie dello stesso.
Come cittadini, per tutelare il nostro diritto alla salute e alla cura, abbiamo avvertito l’esigenza di organizzarci in difesa dell’’Ospedale “Beato Angelo” e non accettare più passivamente le decisioni, spesso illogiche, che vengono prese dalla politica.
Abbiamo formato il Comitato “Uniti per l’ospedale Sant’Angelo d’Acri” perché possa dar voce a quel malessere sociale che tutti sentiamo e possa contribuire a stimolare un’attenzione politica al bene comune.
Il nostro obiettivo è quello di ottenere la RIAPERTURA dei reparti chiusi per rendere il nosocomio pienamente operativo.
Per fare ciò è nostra intenzione avviare un dialogo con tutte le istituzioni e gli organismi che hanno potere decisionale rispetto al nostro ospedale.
Vogliamo coinvolgere in questo percorso i cittadini e le associazioni che fanno capo al nostro territorio, nonché i paesi limitrofi e tutti coloro che siano interessati a rivendicare il diritto di avere nuovamente nel nostro ospedale servizi e reparti funzionanti, utili alla salute di tutto il comprensorio.
Il comitato, apartitico, è aperto a tutti i cittadini e a chiunque voglia aderire per portare il proprio contributo operativo e di idee.
(La ns pagina fb è: Comitato Uniti per l’ospedale Sant’Angelo d’Acri).