Acri, ordinanza contro il degrado urbano: regole più rigide per chi dà cibo agli animali randagi
In risposta al crescente allarme per le condizioni igienico-sanitarie di alcune zone del centro abitato, il sindaco di Acri, Pino Capalbo, ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente che introduce nuove regole sulla somministrazione di cibo agli animali randagi sul territorio comunale. Il provvedimento, adottato ai sensi dell’art. 50 del Testo Unico degli Enti Locali (D.lgs. 267/2000), ha lo scopo di arginare fenomeni di degrado urbano e rischi per la salute pubblica.
L’ordinanza fa riferimento a diverse normative nazionali e regionali, tra cui la Legge quadro 281/1991 sulla tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, e la recente legge regionale n. 45/2023. Il sindaco evidenzia come in molte aree urbane venga «regolarmente lasciato cibo per cani e gatti randagi in modo improprio: resti di pasti umani, ossa, croccantini e contenitori di plastica vengono abbandonati direttamente sul suolo pubblico, contribuendo al degrado visivo e olfattivo di vie e piazze».
Inoltre, «la presenza di alimenti lasciati all’aperto attira anche animali selvatici, in particolare cinghiali, che rappresentano un ulteriore rischio, soprattutto alla luce dell’emergenza sanitaria legata alla Peste Suina Africana».
L’ordinanza stabilisce che chiunque voglia nutrire animali randagi deve farlo utilizzando «esclusivamente ciotole riutilizzabili e igieniche, vietando tassativamente l’uso di contenitori monouso (plastica, carta o cartone) o l’abbandono diretto di cibo a terra. I volontari e i cittadini che si occupano stabilmente di colonie feline o canine devono inoltre garantire:
la pulizia costante dell’area; la rimozione immediata di avanzi e contenitori; la gestione del numero di animali per evitare situazioni di sovraffollamento; la raccolta delle deiezioni; la prevenzione di rumori molesti o danni a cose e persone.
La responsabilità, ricorda il testo, ricade su chiunque si prenda cura degli animali, anche in modo occasionale, in base a quanto previsto dalla Convenzione del Consiglio d’Europa recepita dalla legge italiana».
Il provvedimento prevede sanzioni amministrative da 25 a 500 euro per i trasgressori. Nei casi più gravi, è prevista la possibilità di segnalazione all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 650 del Codice Penale, che punisce la mancata osservanza di un provvedimento legalmente dato dall’autorità.
Sarà la Polizia Locale, insieme agli altri enti territoriali preposti, a vigilare sull’applicazione dell’ordinanza, che è già in vigore e sarà resa nota mediante pubblicazione sull’Albo Pretorio, sul sito istituzionale del Comune e tramite manifesti affissi in città.
Il sindaco Capalbo ha spiegato che si tratta di un intervento indispensabile per bilanciare il rispetto per gli animali con la necessità di garantire condizioni igieniche accettabili e sicurezza per tutti i cittadini: «Abbiamo il dovere di tutelare il benessere animale, ma anche di impedire che comportamenti errati creino problemi alla comunità. Questa ordinanza serve proprio a responsabilizzare chi ama gli animali, invitandoli a farlo con attenzione e rispetto delle regole».