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Commercianti sul piede di guerra: “l’amministrazione ci sta distruggendo!” I VIDEO

di Giulia ZANFINO

Quando il sindaco Nicola Tenuta aveva proclamato, dall’alto della poltrona che sovrasta l’assise comunale, che il duemilaquindici sarebbe stato l’anno della svolta economica del paese, non poteva certo immaginare che sarebbe stato travolto dalla rabbia dei commercianti acresi.
Proprio a gennaio duemilaquindici. E che l’unica svolta che ci sarebbe stata sarebbe stata quella del malcontento. Una svolta dai toni accesi. Carica di rabbia e determinazione. Alla testa della protesta un Vincenzo Toscano, presidente di Confcommercio, che veste i panni di un guerriero “Dobbiamo essere uniti! Una frusta la spezzi. Cento fruste non riesci nemmeno a piegarle!”. Ci sono stati interventi in lacrime, all’incontro avvenuto ieri sera al cineteatro acrese, in una sala piena di gente che non ne può più. Come quello di Vincenzo Pellicorio, titolare della nota pasticceria “Sweet Gate”. “Mi è arrivata una bolletta dell’acqua di undicimila euro. E un’altra di milleseicento! Sono un’attività in crescita, va bene. Non voglio lamentarmi. Ma il punto dove si trova la mia attività è pericoloso. Prima c’era il senso unico. Da quando non c’è più c’è quasi un incidente al giorno.
Per una serie di situazioni sento che sto subendo delle ripicche personali tanto che sono arrivato a pensare di chiudere!”. A rispondere a parole forti come questa il presidente del consiglio comunale, Cosimo Fabbricatore. Sembra l’unico amministratore presente in sala. “Non è così! L’Amministrazione comunale non fa ripicche personali!”. Ma quando Fabbricatore dice che l’Amministrazione è vicina ai commercianti, pronta a fare un consiglio comunale aperto si scatena il delirio. Urla, voci che si alzano, commercianti che si avvicinano al palco e vogliono intervenire. A loro dire l’amministrazione, a cui si sono rivolti più e più volte, colti dalla disperazione, non ha mai teso la mano. Piuttosto ha massacrato le imprese con un inasprimento fiscale impossibile da sostenere. “Vogliamo risposte dall’Amministrazione! Ora!” tuonano i commercianti.
“Prendiamo una scatola di cartone” afferma Luigi Gallo, uno dei commercianti presenti. “Mettiamoci le bollette e portiamole al Comune!”. E si alza la voce anche dei titolari de banchi al mercato.
“Per quattro mercati al mese devo pagare novecento euro! Ma come faccio a pagarli se non li guadagno!”.
E ancora, Luca Capalbo, Vincenzo Capalbo. Gli interventi diventano un fiume in piena. Commercianti che si sentono strozzati, non solo dalle tasse governative, ma soprattutto da quelle comunali. “Bisogna controllare le bollette e, se c’è qualcosa che non va, fare una denuncia alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti!”. E ancora, Vincenzo Toscano: “I debiti fuori bilancio del Comune non li abbiamo fatti noi, ma gli amministratori! E allora perché dobbiamo pagarli? Li paghi chi li ha fatti!”. In ultimo la proposta di costituire un comitato.
Per valutare la legalità della tassazione comunale e decidere altre azioni da intraprendere. Forse Tenuta non aveva tutti i torti quando ha affermato che il duemilaquindici sarebbe stato l’anno della svolta.

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