Rifiuti, derby Acri-Castrovillari per ospitare l’ecodistretto Ato di Cosenza

 DI SALVATORE BRUNO – fonte LACNEWS24

I sindaci dei due comuni si sono resi disponibili ad offrire un sito nel loro territorio per la costruzione dell’impianto di compostaggio e riciclaggio. Decisione in tempi brevi o si rischia il commissariamento. Ma resta il nodo delle discariche.

Il primo dato che balza all’occhio è il numero degli amministratori in sala. Appena una settantina sui 150 della provincia di Cosenza. Eppure, nell’assemblea dell’Ato 1 convocata nella sala Quintieri del teatro Rendano, è urgente assumere alcune decisioni cruciali nell’ambito dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Quella più importante riguarda il sito in cui costruire l’ecodistretto, un impianto per il trattamento della componente differenziata, destinato a ricevere conferimenti da tutti i comuni del territorio.

Impianto all’avanguardia

La gara per la progettazione è stata già espletata ed aggiudiata alla Martino Associati srl con sede a Grosseto, rappresentata nella riunione da Francesco Martino. L’obiettivo è quello di imprimere una decisa accelerazione alla economia circolare dei rifiuti, trasformandoli in prodotti da reimmettere sul mercato. L’ingegnere toscano ha illustrato le modalità di funzionamento della struttura, in cui oltre a plastica, vetro, metalli e alla produzione di biometano da residuo organico, saranno trattati anche i rifiuti urbani non differenziati, per recuperare altro materiale utile, fino ad arrivare a quella componente non recuperabile da destinare alla discarica. In sostanza, l’ecodistretto dovrà essere il fulcro di una filiera virtuosa a chilometro zero: dalla materia prima al rifiuto, dal rifiuto alla rigenerazione, dalla rigenerazione al mercato, dal mercato al riuso, dal riuso al rifiuto e così via.

La ricerca del luogo migliore

L’abbattimento dei costi di trasporto ed i proventi derivanti dal recupero del rifiuto stesso, consentiranno una sensibile diminuzione delle tariffe. Sindaci e amministratori locali dovrebbero fare a gara per ospitare l’impianto, anche per le royaltiesdestinate alle casse del comune che metterà a disposizione l’area, si parla di circa 800 mila euro l’anno. Invece sono preoccupati dall’impatto che tale impianto potrebbe avere sul territorio, nonostante il parere positivo già espresso da tempo dalle associazioni ambientaliste, appositamente convocate per un incontro informativo alla Regione Calabria, l’ente finanziatore di quest’opera da 50 milioni di euro. Né sono servite a tranquillizzare le parole di Martino, secondo il quale, la piattaforma è meno invasiva di un centro commerciale. Per individuare il luogo più favorevole, è stata condotta nelle scorse settimane, una ricerca di carattere squisitamente tecnico, sulla base di 18 indicatori. I risultati hanno consentito di stilare una graduatoria. Il sito più idoneo è a Santa Caterina Albanese, ma il sindaco ha posto il veto.

Solo due comuni hanno dato disponibilità

Acri e Castrovillari invece, rispettivamente al secondo e terzo posto di questa particolare classifica, hanno offerto la propria disponibilità. Il sindaco del comune silano, Pino Capalbo, vede nell’ecodistretto l’occasione per risanare l’area industriale, mai decollata, ma ha subordinato il semaforo verde, all’adozione di una delibera del consiglio comunale e, in mancanza di una maggioranza qualificata, all’esito di un referendum popolare. Si è impegnandosi a fornire una risposta definitiva nel giro di una settimana. Domenico Lo Polito invece, sindaco di Castrovillari, il parere positivo dell’assise lo ha già acquisito. Ma il tempo stringe, perché la carenza di impianti di riciclaggio e compostaggio rischia di vanificare lo sforzo dei cittadini nel differenziare i rifiuti, mentre per il residuo si profilano lunghe trasferte, poiché le discariche attive nella regione sono al limite dell’esaurimento.

Il nodo delle discariche

A proposito di discariche, dopo la scelta del sito in cui costruire l’ecodistretto, bisognerà passare a quella in cui collocare la discariche per accogliere la componente indifferenziata. Non sarà un conferimento tal quale: gli scarti subiranno comunque un trattamento per renderli innocui sotto il profilo dell’inquinamento ambientale. Con l’ecodistretto a regime, è stimato che solo l’8 per cento del totale finirà in discarica. Si prevede però una nuova fase di travagliata concertazione. Per evitare che un solo comune debba sobbarcarsi il peso della presenza di una grande discarica in cui conferire tutti i residui della provincia, è stata avanzata l’idea di costruire sei impianti, uno per ogni Aro, gli Ambiti di Raccolta Ottimale, in cui è diviso l’Ato della provincia di Cosenza. I comuni capofila degli Aro sono Cosenza (area urbana e Sila), Paola (medio-basso Tirreno cosentino), Scalea (medio-alto Tirreno cosentino), Castrovillari (Pollino e Valle del Crati), Corigliano Rossano (fascia jonica cosentina), Rogliano (Valle del Savuto).

L’ombra del commissariamento

La seduta è stata coordinata dal sindaco di Rende e presidente dell’Ato 1, Marcello Manna, e dal vicepresidente vicario dell’Ato 1 e rappresentante del comune di Cosenza Vincenzo Granata. Ha partecipato anche Antonio Augruso, dirigente del dipartimento Ambiente e Territorio che ha messo in guardia gli amministratori sulla necessità di assumere delle decisioni in tempi brevi. Lo smaltimento dei rifiuti per la Calabria è già una emergenza, tanto da costringere il governatore a firmare una ordinanza per consentire agli impianti di trattamento di ricevere, durante la stagione estiva, una quantità di rifiuti maggiore rispetto a quella precedentemente autorizzata. Con tutte le conseguenze logistiche, ambientali e di spesa che questa decisione comporta. Peraltro, se i sindaci non dovessero determinarsi, la Regione nominerà un commissario per scegliere al posto di quegli amministratori appositamente eletti dai cittadini anche per assumersi questa responsabilità. Nelle interviste l’ingegner Martino spiega il funzionamento dell’ecodistretto e Marcello Manna trae la sintesi della riunione.