Verso Acri 2022: che fine ha fatto l’aspirante sindaco del centrodestra?

AAA Candidato a sindaco cercasi, o meglio, candidato a sindaco del centrodestra cercasi.

Potremmo ridurre a questo annuncio, quasi da inserzione su un quotidiano, ciò che sta invece realmente accadendo nel centrodestra acrese nelle ultime settimane.

Una corsa al nome – da schierare come avversario politico di Pino Capalbo alla prossima tornata elettorale – che vede la coalizione di centrodestra (più qualche movimento civico) non trovare raccordo, e soprattutto l’accordo giusto.

I fatti dicono questo, senza possibilità alcuna di essere smentiti. In vista delle elezioni, che si svolgeranno tra fine maggio e giugno, non esiste infatti, allo stato attuale alcuna ufficialità sul nome che scenderà in campo per rappresentare, al meglio, gli avversari dell’attuale sindaco. Un dato che dovrebbe far riflettere.

In realtà nei giorni scorsi qualche nome è anche circolato, tra indiscrezioni, chiacchiere da bar ma anche qualcosa di molto più concreto, le continue e costanti riunioni avevano visto il centrodestra quasi in dirittura d’arrivo, con l’ufficialità della cosa ad un passo.

Leonardo Molinari, era la figura, che più di tutte, sembrava essere stata scelta come competitor di Capalbo. Un nome noto della politica acrese, che in passato ha rivestito la carica di Consigliere comunale.

Pare però, che tale scelta non sia stata condivisa da tutte le forze politiche di centrodestra, da qui la clamorosa, frenata. Le riunioni vanno dunque avanti alla ricerca di un nome nuovo, in barba al tempo e alle idee da mettere in campo per costruire il futuro di Acri, attraverso una proposta da fare ai cittadini.

Tutto ciò, non è frutto di fantasia ma trapela dall’ambiente politico (o presunto tale) acrese, ma soprattutto dal vivere quotidianamente città.

È infatti importante sottolineare a chi legge, che allo stato attuale delle cose, non esiste più luogo di ritrovo esclusivamente destinato esclusivamente alla politica. Salvo infatti qualche timido e isolatissimo caso, non vi sono più (già da tempo) le tanto amate (o odiate) sezioni di partito (oltre a non esistere i partiti), luogo di confronto, dibattito e anche di sano scontro, che in passato vedevano comunque – nel bene o nel male – nascere la classe dirigente dei partiti e dunque i futuri amministratori, capaci di essere espressione di un “gruppo”, che attualmente invece non c’è (né a destra né a sinistra).

Tutto ciò è stato sostituito da una cerchia ristretta di persone che per decidere i nomi nuovi, anche quello del futuro sindaco, preferiscono le cene, i bar o gli studi professionali privati.

Ecco dunque, che per tali motivi, chi è chiamato a fare la semplice cronaca di quanto accade politicamente, oltre a dover usare molti condizionali e le più logiche supposizioni, sceglie come fonti primarie di informazione, non i segretari di partito – che ovviamente non esistono, latitano o al meglio si chiudono nel più totale riserbo e/o silenzio – ma chi nella quotidianità di tutti i giorni frequenta le strade, le piazze e la vera vita sociale della città.

Le supposizioni diventano dunque certezze (o quasi). Qualcuno potrebbe smentire tale passaggio?

Tornando al centrodestra acrese, messo da parte (a quanto pare) il nome di Molinari, le indiscrezioni e le voci di piazza (menomale che ci sono), vedrebbero dunque in lizza, come prossimo candidato alla poltrona di primo cittadino acrese, una serie di nominativi, tra cui: l’ex sindaco Nicola Tenuta, Natale Zanfini, già consigliere provinciale, Italo Mangano con un passato da assessore, ma anche il più giovane Salvatore Palumbo, attuale consigliere provinciale e comunale di opposizione.

In realtà esistono anche altri nomi, ma abbiamo preferito scrivere quelli più “cliccati”, usando un gergo prettamente social.

A proposito di opposizione, in questo caso nessuna indiscrezione, ma una semplice, costatazione espressa in modo chiaro anche in un recente articolo a firma di Franco Bifano.

«Dall’altra parte – scrive  Bifano -, non offrire un’alternativa credibile, per l’opposizione sarebbe un fallimento totale. Che andrebbe ad aggiungersi al fatto che in questi cinque anni la stessa non ha certo brillato per compattezza. Anzi, ha dato quasi sempre la sensazione di muoversi a ranghi non serrati se non, addirittura, divisi».

Per quanto riguarda l’argomento principale di questo scritto, cioè il centrodestra, la domanda è una: che fine ha fatto?

Evidentemente chi è chiamato a decidere il nome del prossimo candidato alla poltrona di sindaco ha ben chiaro e soprattutto è certo, del fatto che ci sia ancora tempo (siamo sicuri?) a disposizione, per costruire una squadra capace di scendere in campo. Una squadra in grado di proporre in democrazia una valida scelta, una valida alternativa di governo.  

Nel frattempo, le cronache cittadine, raccontano di una coalizione Capalbo già con le idee (quasi) chiare e soprattutto con 6 liste già sostanzialmente complete al suo attivo.

Liste che a quanto pare, potrebbero anche essere composte da ex esponenti o simpatizzanti del centrodestra: ecco forse dove sono finiti.