Sancita l’esigenza di una rete ospedaliera di prossimita’

Di Tullio Laino

In questi ultimi giorni la politica tutta sembra come folgorata sulla via di Damasco. Monta sui social, a cura di parlamentari e consiglieri regionali calabresi, la richiesta incessante agli organi del Governo Centrale di riattivazione delle 18 strutture ospedaliere calabresi, dismesse e/o dimensionate, in conseguenza del piano di riordino della rete ospedaliera, attuato con il D.P.G.R.-CA, N.18/2010, il D.C.A.n.9/2015, DCA N.30/2016, il DCA N.64/2016, in attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari regionali.

Tali strutture, dovrebbero essere utilizzate per la degenza dei pazienti Covid a basso rischio e/o post covid, con l’attuazione di percorsi dedicati, contribuendo a decongestionare la rete assistenziale ospedaliera HUB E SPOKE.

È la rivincita del concetto di Sanita’ Ospedaliera di ” prossimita’”, tagliata fuori dalla concezione tecnologica, aziendalistica ed econometrica, che ha privato i nostri territori dell’ospedalita’ pubblica di base. Ma, come al solito, certa politica interviene sulla questione in maniera opportunistica e/ o strumentale.

A tal proposito, per onesta’ intellettuale e per contezza dei fatti, occorre dire che Francesco Sapia, deputato pentastellato calabrese, componente della commissione Affari Sociali della Camera, con istanze datate, rispettivamente, 10 marzo 2020, 18 marzo 2020, 20 novembre 2020, indirizzate alla Struttura Commissariale per il Piano di Rientro dal Debito Sanitario, al Delegato del Soggetto Attuatore per l’Emergenza Covid 19, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Capo Dipartimento della Protezione Civile, al Commissario per l’Emergenza Covid 19, ha chiesto la riattivazione delle strutture ospedaliere dismesse e/ dimensionate. La disponibilita’ manifestata dal Ministro Speranza ed il parere favorevole formulato dal Direttore Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute sono da ritenersi quali eventi di buon auspicio, in una realtà ospedaliera border line con il disastro assistenziale storico, acuito dalla evenienza pandemica”.