Rifiuti in Calabria, Capalbo: «Ecco perché è aumentata la Tari»

«La relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, depositata dal procuratore regionale, Ermenegildo Palma della Corte dei conti Calabria, ha evidenziato l’incapacità negli anni dei responsabili delle scelte operative di definire strategie efficienti e dare corso a scelte stabili e funzionali alla soluzione delle emergenze cicliche e alla gestione a regime del ciclo integrato.

Non è stato risolto il tema del già intervenuto danno ambientale né gli interventi avviati sono stati accompagnati dalla bonifica dei danni agli ecosistemi a fronte dell’accertato danno alle finanze erariali conseguente all’improvvido utilizzo dl risorse pubbliche ingenti spese per far fronte agli effetti della mala gestione». È quanto scrive in una nota il sindaco di Acri Pino Capalbo, il quale commenta la relazione fatta dalla Procura della Corte dei Conti durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

«Il rischio che si continui a perpetrare una gestione inefficiente del ciclo dei rifiuti con ulteriore sperpero di denaro pubblico e un danno ambientale sempre crescente si palesa ad oggi elevato, ma assolutamente intollerabile. Pertanto è da auspicare la massima attenzione e cura da parte degli organi politici e amministrativi della Regione».

«I risultati – continua il sindaco di Acri – evidenziano il mancato raggiungimento dell’obiettivo della costruzione i un ciclo integrato dei rifiuti sufficiente alla domanda ed autosufficiente in termini di costi e, dl contro, con assoluta certezza un accertato sperpero dl risorse pubbliche per oltre 100 milioni dl euro; la mancata realizzazione del sistema Calabria Nord; la parziale realizzazione del sistema Calabria sud Un quadro a tinte fosche quello dipinto dalla Procura regionale della Corte dei conti della Calabria».

«L’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria (Arrical), istituita con legge regionale aprile 2022, n. 10, a cui i vari comuni hanno aderito nel 2023, a distanza di due anni ancora continua sulla stessa falsariga. Nessun risultato in termini dl investimenti strutturali tesi a superare le criticità sopra evidenziate, ma continui aumenti dei costi: i prezzi da convenzione Ato (validi fino al 30 giugno 2023) prevedevano per il conferimento in impianti regionali, per il Ford euro/ton 1 18,80, per il Rur euro/ton 160,96; mentre per il conferimento in impianti fuori regione, per il Ford euro/ton 170,92, per il Rur euro/ton 295,54».

«Subentrata la gestione Arrical – si legge – risultano applicati i seguenti prezzi: Ford euro/ton 186,18 mentre per il Rur euro/ton 340,53 dal 1 luglio 2023 al 31 dicembre 2023. Per l’anno 2024 gli aumenti proseguono, per il Ford euro/ton 203,65 mentre per il Rur euro/ton 372,49. Tale situazione non è più sostenibile per i cittadini, occorre pertanto non differire l’adozione di provvedimenti di contenimento dei costi e interventi infrastrutturali che consentano un ciclo integrato dei rifiuti sufficiente alla domanda ed autosufficiente in termini dl costi. La parte politica – conclude Capalbo – non può più differire decisioni che rendano sostenibile per i cittadini i costi del servizio».