Restiamo umani
di Franco Bifano
Non di rado mi soffermo a pensare alla mia l’infanzia, non so a quanti di voi capiti, a me accade perché sempre più spesso, tanto che, a volte, non riesco a nascondere l’emozione. Mi succede, in particolare, quando mi ritrovo a passare nei luoghi dove sono nato e ho vissuto da bambino.
Mi piace camminare nelle “cavarelle”, di quei rioni che fanno parte del Centro storico. (Casalicchio, Via Grande, Santa Nicola, Orticello). Lo faccio la sera, quando in giro non vi sono più neanche le poche anime che ancora danno vita a quelle antiche case. C’è un’aria particolare in quei posti, che amo respirare profondamente. Ogni volta che attraverso quelle viuzze strette, come per una sorta d’incantesimo, ho la sensazione di udire le voci, sentire gli odori persino di vedere le persone che hanno fatto parte della mia infanzia che ora non ci sono più. E’ come se fossero ancora li affacciate alle finestre, o sedute accanto alle porte d’ingresso, cosi come le vedevo con i miei occhi di bambino. Non so dirvi grazie a quale singolare alchimia questi ricordi restino custoditi nel tempo, in qualche angolo della memoria. Sembra incredibile che siano li, immutabili, quasi in attesa di riaffiorare nei momenti giusti. Probabilmente ci sarà pure una spiegazione scientifica. Tuttavia, sono convinto che tutto nasca dal cuore, che sia lui ad avere aperto un dialogo con la mente, pregandola di custodirli gelosamente. Un gesto d’amore per concedermi il privilegio di ritrovarli sempre.
Forse, chissà, consapevole che quelle persone, ancora oggi a me oggi tanto care, non le ho mai dimenticate. Come potrei? Ho vissuto insieme a loro momenti intensi in tempi non facili. Anni in cui si andava avanti in ristrettezza di risorse, ma circondati da affetto sincero e solidarietà. Non ricordo nessuno, anche nei momenti di grande difficoltà, che sia rimasto solo. Anzi, era proprio in qui momenti che si avvertiva il senso di appartenenza ad una comunità unita e viva pronta a sostenerti con la forza della condivisione. Cosi, il poco di ognuno condiviso, diventava “ricchezza” per tutti.
Erano altri tempi, ed altre persone. Persone speciali, che mi piace pensare siano ancora li in quei luoghi della loro vita, testimoni invisibili di quella meravigliosa umanità che trasmettevano e di cui vado fiero. La stessa umanità che oggi sembra non trovare più posto, in una società resa cieca da cupidigia eindifferenza. Riapriamo gli occhi, restiamo umani.