Ospedale di Acri: Dialisi ? Turno chiuso per maternità

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Questo che avete appena letto è l’articolo 32 della Costituzione Italiana, l’articolo che “dovrebbe” garantire a TUTTI i cittadini un DIRITTO fondamentale, quello alla salute, che purtroppo, però, in alcune Regioni italiane più che un DIRITTO diventa un PRIVILEGIO (per pochi). Devi essere “fortunato” o “conoscere qualcuno” per una visita, devi essere “fortunato” o “conoscere qualcuno” per curarti, devi essere “fortunato” o “conoscere qualcuno” per far valere un tuo DIRITTO. Ed a volte devi essere “fortunato” a non doverti curare proprio nel periodo in cui le infermiere che solitamente si occupano di un determinato servizio sono in maternità.

Al Ospedale “Beato Angelo” di Acri , spogliato negli ultimi anni di tanti servizi essenziali, accade anche che a causa di carenza di personale il centro Dialisi deve dimezzare i turni , il tutto a discapito dei pazienti che devono ricorrere alle cure in altri nosocomi, o cliniche private, con notevole dispendio oltre che di tempo e soldi, anche di energie con pazienti che oltre alla stanchezza dovuta alla cura, devono sorbirsi anche viaggi massacranti che ne debilitano ancora di più le precarie condizioni fisiche.

Nonostante le continue e costanti promesse, il “Beato Angelo” continua ad essere sempre più un ospedale deturpato da servizi essenziali. E l’articolo 32? l’articolo che “dovrebbe” tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, che fine ha fatto l’articolo 32? Bho!
Oltre al Laboratorio di Analisi, dimezzato nel personale e a rischio chiusura, ad Acri è stato colpito anche il centro Dialisi, il cui secondo turno è stato chiuso per mancanza di personale (pare che le due infermiere che se ne occupavano sono al momento in maternità).
Il grave disservizio, interessa in prima persona addirittura 7 cittadini acresi costretti a recarsi altrove per poter effettuare un servizio essenziale per la loro vita, un servizio che dovrebbe essere garantito per legge.
Tra questi cittadini abbiamo incontrato un ultra sessantenne con gravissimi problemi cardiaci costretto ben tre volte a settimana, a recarsi al centro Dialitico di Cetraro (la tratta Acri-Cetraro conta in tutto oltre 200 km) per vedersi garantito il servizio negatogli all’Ospedale di Acri . Oltre all’indebolimento provocato dalla terapia emodialitica l’interessato deve subire anche la stanchezza derivante dal lungo viaggio. E la legge? Bho!
Il diretto interessato ha anche avvisato l’Amministrazione Comunale, della grave situazione, ma ancora non sono stati presi provvedimenti concreti in merito.
Si spera comunque che con l’avvento del nuovo anno la situazione si sblocchi e si ritorni a garantire il diritto alla vita e alla salute della persona, al momento non assicurato. Quello che per ora ci resta da fare è leggere l’articolo 32 della Costituzione Italiana e poi porci una smplice domanda: Perché i DIRITTI di tutti a volte devono diventare PRIVILEGI per pochi ? Bho !