Natale senza umanità

di Franco Bifano

Evidentemente, in questo periodo siamo così distratti dalla frenesia dei regali, dalle scintillanti vetrine dei negozi e dallo scambio degli auguri, che quasi non ci rendiamo conto di quello che accade intorno a noi. Rischiamo cosi di perdere di vista i reali valori del Natale.
L’altro ieri, lo zelante Sindaco della città di Como ha proibito, attraverso un’ordinanza puntualmente eseguita dai vigili urbani, ad un’associazione di volontariato di distribuire la colazione ai senza tetto che – con queste temperature polari – dormivano all’aperto in centro città, trovando rifugio sotto il portico della ex chiesa di San Francesco.

Spesso, si tratta famiglie che hanno perso il lavoro e si trovano senza casa perché non sono riusciti a pagare il muto o magari a pagare l’affitto, di conseguenza hanno subito lo sfratto.

L’infame ordinanza serve, secondo la poco fertile mente di chi l’ha concepita, per “la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano” ​ed è stata, a quanto pare, caldeggiata dai commercianti della zona.

Gli affari prima di tutto! E’ quello che devono aver pensato duemila anni fa anche i proprietari delle osterie di Betlemme, negando cosi un posto per dormire a una famiglia di senza tetto (come si direbbe oggi) e costringendola a trovare rifugio in una grotta. Luogo che ha poi visto nascere quel bambino che avrebbe riscritto la storia dell’umanità.
Il bambino Gesù che è venuto sulla terra per offrire una seconda opportunità all’umanità accecata dalla cupidigia e dall’egoismo. Martire consapevole dell’ingratitudine umana ma portatore del seme di un amore universale che avrebbe dovuto crescere e svilupparsi nel cuore degli uomini insieme alla pietà e alla carità.
Ancora oggi, in questo periodo noi per molti versi ci comportiamo come le persone che all’epoca riempivano le osterie della Galilea, le quali non fecero nulla per dare conforto a quella famiglia dalla quale sarebbe poi nato il Messia venuto a salvare il mondo. Quel bambino e quella stessa famiglia che, dopo duemila anni, il Sindaco di Como e noi tutti continuiamo, a lasciare fuori dalla nostra porta, accecati dall’indifferenza, non riusciamo a vederla negli occhi e nei gesti delle persone in difficoltà. Incuranti della sofferenza la lasciamo ancora al freddo, fra gli stenti e la mancanza di cibo, buona parte del quale finirà nei prossimi giorni nella spazzatura, insieme alla nostra umanità destinata a tenere compagnia alla nostra coscienza, già da molto tempo finita in discarica.