Me ne lavo le mani

DI FRANCO BIFANO

Ormai è chiaro, viviamo in una realtà nella quale tutto è precario, dal lavoro alla sanità passando per i servizi, nulla è ormai più certo. Siamo al punto che abbiamo reso precaria persino l’erogazione dell’acqua. Un vero capolavoro, se si considera che nel nostro territorio la preziosa risorsa abbonda! Si dirà che è un gravoso fardello che ci portiamo dietro da anni.

E’ vero, ma dopo quasi cinque anni questo per l’attuale Amministrazione non può essere più un alibi. Anzi, semmai è il contrario, è certamente un aggravante, considerato che il problema nel tempo si è ulteriormente aggravato! Oggi l’acqua appare e scompare dai rubinetti come per incanto. Un momento c’è, quello successivo scompare, per riapparire, ancora come per magia, dopo ore se non, addirittura, giorni. Non ci sono certezze, né tempi quanto meno indicativi, né, tantomeno comunicazioni adeguate. Questa mancanza di pianificazione, unita alla sciatteria di far apparite, di tanto in tanto, sui social un prestampato senza data, spacciandolo per comunicazione per “lavarsene le mani” la dice lunga.

Intanto, è certamente uno schiaffo in piana faccia ai cittadini che in devono fare i conti con bidoni, bottiglie e secchi da riempire. Il caldo afoso, la necessità di lavarsi spesso, ma soprattutto la mancanza di risposte concrete esasperano gli animi.

 I due (maldestri) tentativi messi in campo dall’Amministrazione per arginare il problema, uno in contrada Sant’Angelo e uno a Croce Greca, si sono rivelati, al momento, un buco nell’acqua. Questo forse succede quando non si hanno le idee ben chiare e non si programma per temo e in maniera adeguata.

La “razionalizzazione” oggi attraverso un’ordinanza è la solita pezza messa in emergenza, che  non elimina di certo i disagi. In una situazione del genere appare quantomeno in grave ritardo anche la diffida fatta alla Sorical. Una cosa è certa: non è più possibile andare avanti così! Servono invece  delle soluzioni più efficaci e permanenti.

Pare che al Comune suggeriscano di dotarsi di cisterne. Ma va? E per i condomini? Non sarebbe meglio suggerire di dotarsi di un pozzo? In fondo nelle cisterne l’acqua ristagna, nel pozzo invece rimane  sempre fresca. Si risolverebbe così il problema dell’approvvigionamento idrico e il fastidioso invio delle bollette a casa. Si prenderebbero due piccioni con una fava!

Se invece si dovesse ritenere (incautamente) che i pozzi sono inopportuni magari per il decoro urbano, vorrà dire che, per il momento, saremmo costretti tenerci la mancanza di acqua e a ricevere le bollette salate da pagare, pur in presenza di un servizio certamente inadeguato. Insomma, alla fine potremmo ritrovarci con i due piccioni volati. Però, in compenso, ci resterebbe la fava!