Le mille e una notte

DI INNOVATORI DELLA POLITICA


Come i cittadini più attenti sicuramente ricorderanno, l’attività politica del gruppo degli Innovatori ha avuto il suo battesimo del fuoco (curioso paradosso), proprio affrontando la vicenda acqua nella lontana estate del 2017. All’epoca, come gli stessi cittadini più attenti sicuramente ricorderanno, il nostro gruppo fu duramente attaccato da alcuni esponenti dell’attuale maggioranza in quanto essi ritenevano, allora, che fosse trascorso troppo poco tempo dall’insediamento della Giunta Capalbo per poter esprimere un qualsivoglia giudizio, specie tranchant. Oggi, a distanza di circa tre anni, possiamo orgogliosamente rivendicare il primato secondo cui il nostro non fu un attacco pretestuoso o, peggio ancora, motivato da un ardente desiderio di intervenire per partito preso, quanto, al contrario, un atto capace di precorrere gli eventi. Nelle mille ed una notte che sono trascorse da quel giorno (e ci scuseranno i professori di matematica o gli Assessori al Bilancio, i quali molto spesso possono convergere nella stessa persona, se ci si avvale di una piccola licenza letteraria a scapito dell’esattezza numerica), sul fronte acqua nulla è cambiato, e perciò non appare un’eresia urlare a gran voce che, in merito, nessun concreto passo in avanti è stato mosso. In tre anni non sono state studiate soluzioni, nemmeno provvisorie, per poter più serenamente affrontare l’annoso problema della crisi idrica e quindi della penuria d’acqua in molteplici e diversificate realtà del comprensorio. Ciò stride in maniera vistosa rispetto alla notizia di un famoso finanziamento, sbandierato a più riprese, di oltre due milioni di euro per il rifacimento della rete idrica, di cui sembrano essersi perse le tracce nell’immediato e che abbisognerà, per potere essere realmente utile alla comunità, di tempi ragionevolmente medio-lunghi. La situazione appare ogni giorno sempre più insostenibile, ed il disagio che ne deriva è tangibile, con i cittadini ormai esasperati che non sanno più a che Santo rivolgersi. Paradossalmente, invero, il territorio di Acri dispone di molte più fonti di approvvigionamento d’acqua rispetto ad altre realtà, le quali, invece, geograficamente non possono godere di condizioni paragonabili in termini di bacini e torrenti. Ma, è il caso di dirlo, scorriamo oltre. Il Comune di Acri ha indetto nei giorni scorsi un avviso pubblico riguardante i plessi scolastici di “ Pastrengo” e di “ Campo Sportivo”, al fine di reperire locali per ospitare delle classi; tutto ciò in data 3 agosto. Ognuno può agevolmente giudicare obiettivamente se sia lungimirante che, a distanza di circa un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, ci si ricordi (con colpevole ritardo a nostro avviso), dell’inizio dell’ attività scolastica. Ennesimo esempio di programmazione approssimativa, marchio di fabbrica che ha spesso contraddistinto l’operato della Giunta Capalbo. La stessa Amministrazione resasi protagonista di una clamorosa retromarcia, o forse sarebbe più corretto dire inversione ad U, in merito alla spinosissima questione della sanità ad Acri; quello che nei 5 anni di Governo Regionale a firma Oliverio sembrava essere diventato il “Polo Nosocomiale” per eccellenza, nei pochi mesi di Governo Santelli si è improvvisamente trasformato in una struttura ospedaliera che cade, letteralmente, a pezzi. Altra questione controversa è certamente quella inerente alla spazzatura; durante i precedenti anni di gestione regionale, nessun esponente dell’ attuale maggioranza politica di Acri si è mai permesso, neppure lontanamente, di segnalare il colpevole ritardo col quale è stato licenziato un piano rifiuti discutibile, ed a conti fatti, infruttuoso. Adesso invece non si perde occasione per alzare, a più riprese, la voce contro il modus operandi della Presidente Santelli, dimenticando però, obiettivamente, di dire che negli anni precedenti non è mai stato chiesto concretamente un intervento più risoluto e risolutivo per sbloccare la paralisi in cui si è venuto a trovare l’ ATO. Così come pure bisogna evidenziare come l’ ex Presidente Oliverio abbia essenzialmente lasciato il problema del tutto irrisolto, con quello che ciò ha comportato e sta tuttora comportando anche sul territorio acrese. Secondo una prassi diffusa negli ultimi tempi, il Sindaco Capalbo suole spesso far riferimento all’operato di Amministrazioni precedenti al fine di giustificare un turnover assessorile talmente spinto da risultare, tra le altre cose, poco funzionale alla realizzazione di un programma elettorale precipitato nelle sabbie mobili della cosiddetta politica del “Cambiavento”. Sabbie mobili dalle quali affiorano, a giorni alterni, ma con poche speranze di vedere stabilmente la luce, promesse irrealizzate, quali l’avvio dei lavori di bitumazione del manto stradale o la creazione di postazioni di elisoccorso nelle aree di San Giacomo e Là Mucone. Ci chiediamo retoricamente quante altre notti dovranno ancora passare prima che diventino realtà. Gianrico Carofiglio in una sua famosa fatica letteraria scriveva che“ il passato è una terra straniera”; se vogliamo, da cittadini del comune di Acri, che non sia il futuro nostro e delle nuove generazioni a divenire una terra straniera, occorre da un lato rammentare le promesse mai realizzate nelle mille ed una notte, e dall’altro lasciarsi definitivamente alle spalle il fardello politico di un “Cambiavento” mai avvenuto.