La solita vecchia politica e la disinformazione

Di Libera Associazione Cittadina Acrese 

La “Libera Associazione Cittadina Acrese”, costituita da un cospicuo, e sempre crescente, gruppo di rappresentanti per la difesa dei diritti di tutti i cittadini e consumatori acresi, vorrebbe porsi essenzialmente come possibile intermediaria tra tutta la popolazione, ormai allo spasimo, e l’amministrazione comunale e/o verso tutti gli altri enti di diritto amministrativo pubblico.

Si vuole, innanzitutto, precisare e sottolineare che anche se la “protesta” è nata come associazione di commercianti acresi, presieduta dal Sig. Vincenzo Toscano, adesso essa riveste un carattere più generale in cui sono confluite tutte le rappresentanze dei cittadini, nella quale ognuno pari all’altro e tutti hanno diritto a manifestare liberamente il loro pensiero. Attraverso il proprio personale impegno, ognuno può esprimere le proprie rimostranze, che emergono sistematicamente e costantemente a vario titolo in occasione degli incontri in pubbliche assemblee a seguito di giusti ed opportuni approfondimenti normativi in materia di tributi locali e non solo.
La manifestazione, inizialmente prevista per la corrente settimana, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, è stata rinviata presumibilmente nei giorni che andranno da 18 al 20 p.v., in base alle previsioni meteo.
Si vuole rammendare che in occasione della prima assemblea, nata come già detto dal malessere avvertito in particolar modo dai commercianti, alla quale ha partecipato attivamente ovvero effettuando un proprio personale intervento in rappresentanza dell’amministrazione comunale il Presidente del Consiglio Comunale sig. Cosimo Fabbricatore, sono emerse a vario titolo molteplici problematiche da cui la necessità di richiedere un consiglio comunale aperto, allo scopo di aprire un tavolo di discussione e possibilmente di chiarimento in merito a molti aspetti normativi. Lo stesso Presidente del Consiglio esortava i presenti a voler evidenziare le problematiche collettive ed, eventualmente, proporre adeguate ed opportune soluzioni, ma come si potrà mai verificare ciò se continua ad esser negato il confronto in un consiglio aperto? Ricordiamo che analoga richiesta, attraverso raccolta firme, venne negata, nel più recente passato, in occasione del recapito delle salatissime ed erosissime bollette T.A.R.E.S. relative all’anno 2013.
E’ opportuno rispondere e ribadire che, fino ad oggi, nessun invito è stato rivolto all’assemblea cittadina da parte del Sindaco e/o chi per Egli, al contrario di quanto, erroneamente ed inverosimilmente, da certa stampa locale. L’autore dell’articolo dovrebbe sottoscrivere una personale errata corrige o per lo meno fornire le fonti che possano asseverare la veridicità di determinate affermazioni, altrimenti risulterebbero infondate, e quanto meno chieder scusa per aver riportato una notizia falsa, tendenziosa e certamente fuorviante per l’opinione pubblica.
Nonostante i documenti programmatici che questa amministrazione ha redatto riguardo la trasparenza e la vicinanza alla comunità, dobbiamo sottolineare e prendere atto che a dar vita alla disinformazione non sono certo i cittadini, i quali ormai non fanno altro che utilizzare i mezzi legali a loro disposizione ovvero i regolamenti, le delibere e le normative anche nazionali, studiando e diventando, fortunatamente, sempre più conoscitori e consci dei propri diritti oltre che dei soli doveri che si vogliono imporre ad ogni costo.
I cittadini acresi al contrario di quanto, ingiustamente, affermato dallo stesso Sindaco, non sono degli evasori, bensì coloro che contribuiscono con i propri sacrifici “veri e tangibili” alla gestione della cosa pubblica che dovrebbe essere quindi a favore, dell’intera collettività e non contro, naturalmente, considerando la gravissima crisi che si ripercuote maggiormente sui sempre più “poveri” comuni mortali, generalizzando, invece, sulla “presunta” protesta, che tale nei fatti non è in quanto si tratta di mera difesa dei propri diritti e non altro! L’unico vero potere egregiamente esercitato rimane quello “coercitivo”. Qualora, invece, il primo cittadino dovesse esser a conoscenza di particolari situazioni penalmente e civilmente rilevanti, tenuto conto anche della sua professione di commercialista, lo invitiamo sin d’ora a voler denunciare il tutto alle autorità competenti provando quanto si asserisce.
Volendo, poi, ribadire il concetto, il Sindaco ha il diritto e l’obbligo di effettuare una riduzione dell’80% sull’importo delle bollette T.A.R.I. (2014), in virtù dell’art.1 c. 656 L. 147/2013 altresì richiamato dall’art. 35 del relativo regolamento comunale per la disciplina dell’imposta unica comunale I.U.C. che, di seguito, riportiamo integralmente: “La TARI è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”.
Avendo sollecitato il parere di più di un legale, ma anche semplicemente dando una interpretazione autentica della norma, si evince che l’emergenza sanitaria c’è stata per buona parte del 2013 nonché del 2014 e che l’autorità sanitaria, più volte sollecitata, non ha sancito, la situazione di emergenza reale. Ma quello che più ci preme sottolineare, è che ci sia stato un palese e tangibilissimo mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, che non deve essere necessariamente dichiarato dall’autorità sanitaria. All’uopo, suggeriamo ai nostri amministratori di andar a rivedersi tutti gli articoli, le foto ed i comunicati che la stessa amministrazione ha emesso spontaneamente rivolgendosi all’intera cittadinanza, quindi “autocertificando” lo stato di grave emergenza socio-sanitaria, anche perché il Sindaco rappresenta una pubblica carica equiparabile, se non addirittura superiore alle stesse autorità sanitarie. Vogliano quindi ricordare i nostri amministratori i seguenti fatti:
i cani randagi banchettavano tra i rifiuti (povere bestie), spargendo in lungo ed in largo il pattume;
che i cumuli di spazzatura invadevano la sede stradale con evidente pericolo per le persone ed i mezzi;
che gli effluvi maleodoranti arrivavano in tutte le abitazioni con conseguenti pericoli per la salute sia individuale sia collettiva;
che il percolato fuoriusciva dai cumuli di spazzatura finendo nei terreni vicini provocando, inevitabilmente, inquinamento e sporcizia diffusa ai danni delle proprietà private, i cui proprietari hanno dovuto, ingiustamente, a loro spese ripulire e risanare;
che i cassonetti spesso venivano dati alle fiamme con la produzione di diossina e altre sostanze tossiche.
Vorremmo sapere quanto sarà l’introito delle bollette TARI con le tariffe attuali, a fronte di una spesa preventivata per il servizio R.S.U. di poco più di 3 milioni di euro per l’anno 2014, e se ci sia stato un errore di previsione, visto che ad una apparente stima in difetto dovrebbero entrare nella casse cittadine non meno di 8 milioni di euro.
Il Sindaco ammette a più riprese, scusandosi con i cittadini, che l’ufficio tributi ha commesso numerosi errori, occorre quindi vedere quanti di questi sono dovuti alla mancanza di professionalità degli impiegati comunali nonché pubblici ufficiali, magari messi in questi uffici senza la necessaria formazione, e quanti di questi dovuti alla stessa giunta comunale, che magari sperando nel “buon cuore” degli acresi sarebbero andati a pagare senza batter ciglio bollette prive di qualsiasi validità formale e sostanziale e con modalità di recapito quantomeno discutibili.
La comunicazione da parte dell’amministrazione su eventuali detrazioni e agevolazioni segue le prime assemblee cittadine riguarda solo i commercianti, omettendo o dimenticandosi di quelle previste per tutti i cittadini, come se un impiegato, un pensionato, oppure semplicemente un disoccupato involontario abbia meno diritti.
Siamo, poi, a perfetta conoscenza dello stato delle finanze del nostro Comune, e del rimpallo di responsabilità tra questa amministrazione e le precedenti, tra cui la prima giunta Tenuta (anni 2000-2005), e siamo concordi con l’affermare che lo stato di dissesto, o come ama definirlo il nostro Sindaco, insieme a tutti i suoi collaboratori, “pre-dissesto”, (come se facesse differenza per il cittadino comune), sia il risultato di una serie di amministrazioni forse incontrollate, ma anche di mancati introiti (csd residui attivi) che non dovrebbero assolutamente pesare sulla popolazione già in sofferenza per la crisi che la opprime sempre più inesorabilmente.
Non vogliamo dilungarci ulteriormente in polemiche, bensì vogliamo confidare nella “buona fede” di questa amministrazione che in più di occasioni si è detta vicino alla cittadinanza. Noi, ribadiamo, non siamo evasori, semplicemente vogliamo pagare il giusto, in relazione alla propria capacità contributiva, come sancito anche nella nostra Costituzione, consci del fatto che le nostre tasse servono a far vivere e funzionare la nostra intera Città.
Le bollette “pazze” sono solo una parte del problema, infatti la situazione di crisi, lo sappiamo bene, non è ormai solo di tipo materiale ma anche e soprattutto di tipo psicologico. Affligge la nostra sempre più “povera” Città con conseguenze deleteree ed autodistruttive per il nostro territorio e di conseguenza per l’intera collettività, che piano piano, nostro malgrado, tenderà a divenire sempre più una “città fantasma”, incentivando l’esodo verso le più svariate destinazioni nazionali ed extranazionali.
In conclusione, noi vogliamo essere propositivi, vogliamo portare a conoscenza, non solo dell’amministrazione ma anche di chi legge, i problemi quotidiani che affliggono i diversi appartenenti della nostra società civile. Invitiamo tutti a battersi per un futuro migliore. Vogliamo che la nostra Città riacquisti in senso di comunità e di aiuto reciproco, dove nessuno deve rimanere indietro.