Il popolo delle meraviglie

di Franco Bifano


A volte mi viene da pensare che siamo davvero un popolo meraviglioso. Nel mese di febbraio, siamo stati sorpresi da un nemico invisibile e subdolo, il quale ci ha aggredito (e continua a farlo) con una velocità impressionante, roba che nemmeno la Ferrari dei tempi migliori ha mai messo in pista.


Inizialmente abbiamo commesso l’errore di sottovalutarlo. Nel frattempo si è diffuso rapidamente in tutto il pianeta. Inevitabilmente siamo stati costretti a rivedere le nostre priorità, a cambiare anche stile di vita adeguandolo nel tempo alle prescrizioni sempre più stringenti del Governo.
Questo attacco biologico, le cui origini ancora oggi non sono del tutto chiare, ha fatto emergere la vulnerabile del nostro sistema sanitario nazionale, da anni avvelenato e dissanguato da politiche affaristiche-mafiose o drammaticamente poco lungimiranti, messe in campo in molte Regioni..


Tuttavia, con tanti sacrifici, affanni e molto dolore siamo riusciti a superare la prima ondata.
Con l’arrivo della stagione estiva, non appena il virus ha perso un po’ della sua aggressività, immediatamente sono emersi, come le cozze pelose nel mercato del pesce di Bari, i cosiddetti complottisti e negazionisti. Per loro la pandemia è un’invenzione. Un complotto per imporre la dittatura delle mascherine (nientemeno!). Non sono mancati neanche i politici che hanno trascorso l’estate a fare selfie, creare assembramenti e partecipare a surreali convegni sull’insussistenza del virus. Attività svolte rigorosamente senza l’uso della mascherina e senza un minimo di buon senso. Sono proprio loro che oggi chiedono cosa abbia fatto il Governo per impedire la nuova ondata di contagi. In un paese normale sarebbero già sotto trattamento sanitario obbligatorio (TSO). In altri invece, sarebbero già da un pezzo nelle patrie galere. Una parola per la “buona” causa è stata spesa anche da qualche noto virologo, il quale a giugno ha sostenuto che il virus era clinicamente morto, salvo poi “rettificare” recentemente. Per non farci mancare nulla, c’è stato persino qualche “fenomeno” locale, che ha comunicato al mondo intero il suo elegante pensiero scrivendo (testuale) “le mascherine non servono a un c@££o”. Suggerirei a lor signori di proporsi per un’esperienza di volontariato in un reparto di terapia intensiva, naturalmente senza dispositivi di protezione.

Qualora venissero sfortunatamente contagiati (cosa ovviamente improbabile, considerato che il virus non esiste!) dovrebbero lasciare scritto di voler essere curati solo con infusi di acqua zenzero e cannella.
Infine, non si può non tener conto del singolare comportamento dei Sindaci, che quando si è trattato di distribuire i soldi destinati alla famiglie, non hanno minimamente protestato o avuto esitazioni. Anzi, sono stati ben felici di assolvere al “gravoso” compito. Quando invece gli è stato chiesto di emettere ordinanze di chiusura per eventuali luoghi (piazze o vie) nei quali, in violazione delle norme in vigore, si creavano assembramenti difficili da controllare, hanno obiettato che tale ipotesi era da considerarsi uno scarica barile.


Da sempre siamo una Nazione di poeti, navigatori e Santi, con l’arrivo del COVID l’elenco andrebbe aggiornato: politici cazzari, fenomeni locali e sindaci di comodo. Insomma, siamo di certo un popolo originale quanto meravigliosamente variegato.