Guasto Ominiello, Capalbo: «Io e la mia squadra lavoriamo h24, altri fanno pessime esternazioni»

Di seguito la nota pubblicata dal sindaco di Acri Pino Capalbo sulla propria pagina Facebook.

«Fino a notte fonda uomini e mezzi si sono adoperati con cura e diligenza per installare un potente gruppo elettrogeno, utile ad elettrificare l’impianto di sollevamento acque denominato “Ominiello”. Ringrazio tutti, anche chi tra gli amministratori ha voluto presenziare, assieme al sottoscritto, al procedere dei lavori.

Sulla assurda quanto surreale polemica confezionata ad arte dai signori Consiglieri di minoranza, relativamente al disagio che cittadini e popolazione scolastica hanno vissuto negli ultimi tre giorni, vorrei spendere qualche parola:

Tutti noi sappiamo che il problema dell’acqua sul nostro territorio è presente, ahimè, da decenni. Nella fattispecie, il guasto che ha interessato la cabina elettrica dell’impianto di “Ominiello”, dovuto a un corto circuito e che ha determinato l’interruzione del servizio idrico per buona parte della città, è serio e complesso. Nonostante una spesa di circa 130 mila euro che questa Amministrazione ha garantito per l’efficientamento dell’impianto in questione, continua comunque a rimanere il problema. Si tratta di un impianto progettato male e realizzato peggio: prende l’acqua che scende per caduta per poi riportarla in alto con un dislivello di circa 500 metri, e per far sì che il tutto funzioni è necessario un impianto elettrico con una potenza di 20.000 Watt.

Detto ciò, a chi si domanda del perché durante la precedente consiliatura non si sia provveduto alla risoluzione dell’atavica problematica, rispondo (ancora una volta) che il lavoro fatto negli ultimi cinque anni è stato soprattutto quello portare l’Ente fuori dal baratro finanziario, che altri prima di noi avevano prodotto. E quindi? quindi, per realizzare un sistema di approvvigionamento idrico meno contorto e soprattutto meno esposto a rischi necessita un vagone di quattrini, ovvero due milioni di euro; pertanto è facilmente comprensibile che si tratta di un costo impossibile da affrontare da parte di un comune con le casse prosciugate e che per risanarle sono stati spesi ben cinque anni di lavoro.

Oggi, questa Amministrazione che mi onoro di guidare, ci sta lavorando e sono certo che con i fondi del PNRR possiamo risolvere la questione idrica: questione che chi ci ha preceduto non ha mai affrontato, anzi, l’ha proprio sottovalutata. Nell’immediato stiamo cercando di riparare i danni nel più breve tempo possibile. Danni che conosciamo benissimo anche noi proprio perché in questo luogo ci viviamo, oltre che amministrarlo: anche i nostri rubinetti non erogano acqua quando si manifestano le criticità. E mentre il sottoscritto e la sua squadra si prodigano lavorando giorno e notte affinché il servizio acqua venga ripristinato, c’è chi riesce a fare addirittura pessime esternazioni sulla visita istituzionale riservata al comune di Bardolino, al suo Sindaco ed ai tanti acresi che lì si sono trasferiti tanti anni fa per potersi realizzare dal punto di vista lavorativo. Una visita (a mie spese) che è stata un voler ricambiare la cortesia al Sindaco di Bardolino che l’estate scorsa ha fatto tappa ad Acri. Sono gesti istituzionali che hanno un valore importante, infatti c’è il desiderio da parte di entrambi le Istituzioni che rappresentiamo a gemellate le due comunità. Nessun sindaco acrese prima del sottoscritto ha mai pensato di andare a vedere come si sono integrati i propri concittadini in quell’area d’Italia, a rendersi conto di persona cosa riescono a produrre con il loro lavoro e apprezzarne capacità e competenza. La mia è stata semplicemente una testimonianza di affetto e vicinanza, a nome di Acri.

Continueremo a lavorare su quella “strada tracciata”, perché consapevoli degli impegni presi con la comunità acrese tutta.

PS (per chi sostiene che se da Acri si emigra la responsabilità (pure questa!) è da ricondurre all’attuale Amministrazione ed a quella da poco passata):

l’emigrazione è una triste realtà che riguarda il meridione d’Italia da almeno un secolo, Acri non fa eccezione. E siccome il fenomeno è tema non da solcial network, mi limito a segnalare che esiste una ricca letteratura in merito, oltre al fatto che illustri antropologi, sociologi, accademici, intellettuali ed una parte di politica nazionale ne discutono ormai da tempo: non esiste soluzione se non si mettono in atto politiche centrali serie e costruite ad hoc sui bisogni di ogni singolo territorio.

Un sindaco di una regione considerata ai margini da tutto e da tutti, dubito possa da solo invertire la triste tendenza dell’emigrazione.»