Emergenza idrica ad Acri, l’Opposizione (tranne Palumbo) chiede un Consiglio comunale aperto
Ecco la richiesta ex art. 25 del Regolamento del Consiglio Comunale, già protocollata in data odierna, a firma dei Consiglieri di opposizione Nicola Feraudo, Emilio Turano, Giuseppe Intrieri, Natale Zanfini e Angelo G. Cofone.
Quello idrico, che forse oggi più che mai affligge la nostra comunità, è uno dei tanti problemi irrisolti dall’Amministrazione Comunale in carica.
Infatti, la fornitura di acqua, che dovrebbe essere un servizio fondamentale garantito dall’ente comunale, viene spesso interrotta in tante zone del
territorio, con conseguente pregiudizio nei confronti degli utenti.
Tale mancanza, che si verifica puntualmente ormai da anni ed anche in periodi diversi da quello estivo, avrebbe meritato sicuramente maggiore
attenzione dal Governo locale ed una priorità nell’agenda amministrativa della maggioranza che, giova precisarlo, è in carica da ormai oltre 5 anni.
Lasso di tempo, questo, sicuramente sufficiente per porre in essere interventi risolutori o riparatori del problema.
Controlli preventivi, conseguente adeguamento delle reti, e, soprattutto, una migliore comunicazione con i cittadini nei casi di guasti avrebbero,
sicuramente, reso meno grave l’emergenza: è frequente, infatti, che la fornitura idrica venga interrotta in tante zone della città senza alcun preavviso,
generando gravi disagi nei confronti della popolazione.
A ciò, si aggiungono, oggi, ulteriori disagi che riguardano l’interruzione dell’erogazione idrica in una massiccia porzione del territorio, dovuta ad un
guasto dell’impianto “Ominiello” in data 4 ottobre u.s., nonché il divieto di uso alimentare, disposto con ordinanza sindacale n. 1864 del 13/09/2022,
per l’acqua erogata dai serbatori di Logna, Ferrante, San Martino, Canaletta, Serricella, Croce di Baffa, Scuva e Cuta e che interessa le zone di
Là Mucone, Cappuccini, Padia, Casalicchio, Logna, San Francesco, Piazza Sprovieri, Viola e Pompio, a causa della contaminazione della
sorgente denominata “V finestra” (presenza nei campioni analizzati di batteri coliformi, enterococchi edescherichia coli).
A distanza di circa un mese dall’insorgere di questa emergenza idrica (contaminazione della sorgente “V Finestra”) la città di Acri non ha nessuna
certezza sui tempi di risoluzione ed è pertanto a rischio la tenuta igienico-sanitaria ed il diritto alla salute della comunità.
Tutto ciò ha causato una situazione ormai insostenibile per i cittadini, i quali non solo sono costretti a subire un enorme danno dalla mancata
erogazione dell’acqua e dal divieto di uso alimentare, ma non vengono loro fornite nemmeno le dovute informazioni circa i suddetti disagi.
Infatti, sul punto, risulta insufficiente la campagna informativa posta in essere dall’Amministrazione Comunale in relazione al problema della
contaminazione idrica che ha causato il divieto dell’acqua per uso alimentare: cosa si può e cosa non si può fare con l’acqua erogata? Per divieto
alimentare si intende il solo divieto ad utilizzare l’acqua per bere o cucinare o comprende anche il divieto di utilizzarla per altri scopi connessi a
quelli culinari? Può essere usata l’acqua per scopi igienici?
Tutte queste domande non hanno avuto, ancora ad oggi, risposte da parte di chi avrebbe dovuto tutelare i cittadini!
Per tali ragioni, si rende necessario un confronto tra le varie forze politiche della città, a cui DEVONO POTER PARTECIPARE TUTTI I CITTADINI,
per un dibattito sull’argomento mediante la convocazione di un Consiglio Comunale aperto