CHI GOVERNA HA PAURA DELLA LIBERTA’, NOI NO.

Riceviamo e pubblichiamo

Nella città di Acri, dove da tempo mancano forme di socialità dirette alla partecipazione e dialettica sulle problematiche locali, si è svolto un presidio, estemporaneo e auto-convocato, di un gruppo di persone presso il Palazzo Sanseverino-Falcone. La volontà è stata quella di riportare alla presenza fisica la discussione sugli argomenti che devastano il vissuto e la vivibilità della città. Gli spazi comuni inutilizzati, alcuni incompiuti come il teatro, altri privatizzati ed altri ancora lasciati alla frequentazione delle muffe, la viabilità e la sua stesura definitiva a più riprese interrotta e l’ospedale del quale non si ha chiaro il futuro poiché il decreto Scura, probabilmente, nasconde risvolti, ulteriormente, negativi. Tale iniziativa, diffusa anche a mezzo internet, ha suscitato un tam tam cittadino e stimolato la partecipazione ad essa, nonché la preoccupazione da parte dei governati che, dapprima, avevano snobbato l’insolito quanto efficace presidio al “palazzo di vetro”. Nei primi istanti della “occupazione”, un assessore, avvisato dai dipendenti del museo, con gesto indifferente quanto prevaricatore, non trovava meglio da fare che allertare i carabinieri, i quali sono intervenuti ad identificare i presidianti. Alla discussione sui temi di contesa hanno partecipato i consiglieri comunali di minoranza, ai quali è stata posta la necessità a livello istituzionale di velocizzare i passaggi atti al miglioramento della vita collettiva ed alla salvaguardia dei beni comuni. In chiusura sono intervenuti anche il sindaco, il presidente del consiglio ned un consigliere di maggioranza. Infine, attraverso questo presidio si intende perseguire una lotta di auto-determinazione comune per il diritto alla città, oltrepassando certe barriere culturali che spingono gli acresi a soggiacere a dinamiche seriali che continuano ad indirizzare la città verso lo spopolamento, la criminalità e l’invivibilità.
I PRESIDIANTI