Adesso non ci sono più alibi!

Da diversi mesi aspettiamo la pubblicazione del decreto per il riordino della sanità calabrese, e di conoscere il destino del P.O. di Acri, ma come sospettavamo nulla è stato fatto, e con ogni probabilità non lo sarà prima di aprile, ad un anno esatto dal famigerato decreto n.9. Cosa ci dobbiamo aspettare? Noi un idea di come vogliamo e dovrebbe essere, ce l’abbiamo. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione sul sito del ministero della Salute, delle disposizioni riguardante le strutture della rete per l’emergenza ospedaliera sul territorio nazionale. Nell’elenco l’ospedale di Acri è definito DEA1. I DEA sono i Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, Acri è di Primo Livello, come gli altri ospedali montani di Serra San Bruno e San Giovanni in Fiore, ma non Soveria Mannelli (semplice Pronto Soccorso). Questo significa che l’ospedale di Acri dovrà essere dotato di un Pronto Soccorso, che oltre le normali prestazioni di PS, dovrà garantire anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi, noti come sala rossa) e dovrà inoltre garantire interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Tutto questo h24! Questo comporterà che tutto l’ospedale dovrà supportare l’attività di Emergenza e Accettazione, e che quindi dovranno essere garantiti eventualmente gli interventi di urgenza con tutto ciò che ne consegue. Significa quindi che non ci saranno solo interventi in Day Surgery (programmati) ma anche interventi in urgenza con ricovero e assistenza in reparto. Inoltre, bisogna tener conto anche del D. Lgs n.70 del 2015, del Ministero della Salute, che definisce il Regolamento degli Standard Qualitativi, Strutturali, Tecnologici e Quantitativi, per gli ospedali, gli ospedali di zona disagiata come è quello di Acri.
Come LACA, nonostante aver organizzato una manifestazione popolare con piazza migliaia di nostri concittadini, a difesa dell’ospedale, siamo stati ignorati dalla politica locale, e non siamo stati coinvolti negli incontri ufficiali con il commissario Scura. Nonostante la reticenza della politica, in questi mesi, non siamo stati a guardare. Abbiamo chiesto autonomamente, più volte di essere ricevuti dal commissario Scura, per esporre la nostra proposta di rilancio dell’ospedale di Acri, redatta con l’aiuto del personale che vi lavora e opera, e che conosce in modo approfondito le problematiche e i punti nevralgici sui quali intervenire per il suo rilancio. Essa è stata recapitata sia al commissario Scura, nonché al presidente Oliverio affinché fosse valutata. In essa chiediamo appunto il rispetto degli standard minimi di assistenza, i L.E.A., la gestione in sicurezza dell’emergenza-urgenza, e la giusta considerazione per l’ospedale di zona disagiata come è Acri.
In definitiva, le linee guida del ministero ci sono, la normativa pure, la disponibilità di Scura sembra anche che ci sia, adesso non ci sono più alibi affinché l’ospedale di Acri e tutti i cittadini riacquistino la dignità che meritano!