Acri-Vigliaturo, Palumbo e Abbruzzese, maggioranza cieca e smemorata

E’ un agosto in cui la politica locale non ha lesinato polemiche contrapposizioni. L’ultimo capitolo lo hanno scritto i consiglieri di opposizione Anna Vigliaturo, Salvatore Palumbo e Marco Abbruzzese, che si richiamano all’area moderata.
“L’ira del sindaco – scrivono i tre in un comunicato – travolge persino i rappresentanti dell’attuale maggioranza, che, provenienti da altri lidi, dimenticano di essere stati riscaldati dai raggi del sole delle precedenti amministrazioni, di cui, però, ignorano storia e comportamento. Prima di sparare a zero su fatti e persone, sempre e solo dietro dettatura, dovrebbero conoscere la storia”.
Per i tre consiglieri di opposizione, “si tira sempre in ballo la questione del trasporto scolastico, la cui spesa se fossero ben informati aveva superato il milione di euro all’anno. La scelta di stabilizzare i 16 lavoratori precari fu fatta dall’allora sindaco Tenuta, facendoli uscire dal bacino della precarietà; ma quale sindaco non l’avrebbe fatto? Non erano dipendenti pubblici, erano lavoratori precari a cui si cercava di dare un futuro; a quell’epoca la Regione Calabria proponeva la stabilizzazione concedendo sgravi ed agevolazioni sia all’ente che alle ditte; siamo sicuri che il sindaco Capalbo non avrebbe fatto tale scelta? Per chi della maggioranza non lo sapesse, i lavoratori interessati erano solo 16, ma chissà perché ‘per magia’ nel 2010, con un contratto che prevedeva la clausola di salvaguardia del personale in caso di assegnazione del servizio ad altre ditte, ne trovammo 32”.
Altra voce importante che ha pesato sul bilancio comunale “è stata la spesa per energia elettrica, questa voce agli attuali consiglieri di maggioranza è sfuggita, perché loro si preoccupano solo delle consulenze e degli incarichi; un piccolo consiglio: leggete con attenzione tutti i nomi degli ‘incaricati’ nel corso degli anni e nel caso non trovate qualche nome fatevi aiutare da chi è più informato di voi”.
Ancora, “vi sono sfuggiti i numerosi e cospicui tagli ai trasferimenti assegnati ai Comuni, a partire dal 2010. Vi è sfuggito il dato importante dell’errata contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità, per più di 6 milioni di euro, che poi portò nel 2016 alla dichiarazione di dissesto; tutti dati importanti che sono stati spazzati dal vento”.
Inoltre, “si possono accusare le diverse amministrazioni per non avere saputo leggere alcuni segnali di cambiamento, per avere voluto alcune opere pubbliche piuttosto che altre, ma non si possono lanciare accuse di sperpero della cosa pubblica o addirittura di avere lucrato su fondi pubblici”.
Infine, “dopo aver eretto muri e messo in chiaro chi ha vinto le elezioni, si fanno aperture in consiglio nei confronti della minoranza, peccato che alla prima occasione si ripunta il dito contro, utilizzando i social e la carta stampata come fosse un’aula di tribunale”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 18-08-2018 Piero Cirino