Acri-Pd, aria di scissione

Acque agitate nel Pd dopo la proposta di candidatura a sindaco, da parte della segreteria, di Pino Capalbo.
Un gruppo di circa cento iscritti ha infatti inviato una lettera polemica al presidente e al direttivo di Acri; al segretario provinciale, Luigi Guglielmelli; al segretario regionale Ernesto Magorno; e a Matteo Renzi, segretario nazionale del partito, che proprio ieri ne ha preso visione.
Costoro chiedono la convocazione delle primarie per la scelta del candidato a sindaco, “ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo18 dello statuto”.
“Il Pd – si legge nella missiva – in questi anni ha conosciuto una spaccatura profonda, ma innaturale, determinata più da contingenze e personalismi, che da vere divergenze di carattere programmatico. Per questo siamo convinti che sia necessario superare quella fase e aprire una stagione nuova. Le sfide che attendono Acri – prosegue il testo – sono cosi grandi che per affrontarle c’è bisogno delle risorse di più intelligenze e di tanto impegno di tutto il partito, nonché della partecipazione attiva di tanti cittadini, tutto il contrario della tentazione di chiudere in gruppi ristretti animati solo da piccoli interessi personali”.
Per i promotori dell’iniziativa, “sono inoltre ormai sette anni che il Pd locale è tenuto nell’immobilismo più totale: niente assemblea degli iscritti, direttivi di circolo circoscritti di fatto a quattro o cinque elementi della segreteria, la quale, peraltro, si è macchiata del grave crimine di evitare ogni azione politica che potesse allargare la gestione del partito. Un quadro come quello appena descritto non lascia presagire niente di buono per il prossimo futuro, convinti che un partito come il nostro debba unire e non dividere, riteniamo, in accordo con la filosofia ispiratrice del Pd, che le primarie siano l’unico strumento di scelta democratica e di partecipazione”. Strumento “che è nel Dna del partito ed è considerato come parte integrante della nostra proposta politica. Di fronte alla chiusura evidente dell’attuale quadro dirigenziale, arroccato nella presunzione di evitare le primarie in base a un computo di numero di tessere, ottenute grazie alla discutibile gestione prima descritta, che li vedrebbe favoriti, ci appelliamo all’autorevolezza dei nostri quadri nazionali, regionali e provinciali, affinché possa prevalere il buon senso e si mettano da parte personalismi e mire particolari, per chiedere che sia prioritario l’interesse di un’intera comunità e non l’interesse di singoli individui”. Quindi, “siamo altresì convinti che soffocare la discussione sui programmi e sull’organigramma per pura ambizione personale possa solo portare alla sconfitta del centrosinistra e della città intera”.
Infine, “se qualcuno pensa di utilizzare “il gioco dei pacchetti delle tessere e delle clientele, allora liberi tutti e non saremo certo noi a poter essere accusati di sabotaggio e della sicura sconfitta del centrosinistra”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 14-02-2017 Piero Cirino