ACRI | Ospedale. Ieri, oggi e domani

Di Antonella Abbruzzese e Luigi Gallo

Vogliamo offrire alla cittadinanza acrese una ricostruzione storica, ripercorrendo la tappe più importanti che hanno caratterizzato il processo di trasformazione del Presidio Ospedaliero “Beato Angelo”, importante opera socio-sanitaria. Analizzeremo e metteremo in rilievo come la buona e la cattiva politica abbiano determinato e condizionato lo sviluppo di questa struttura; cercheremo di capire come e perché da un ambizioso progetto siamo giunti, ai giorni nostri, ad una realtà destinata pian piano a scomparire. La storia che oggi vogliamo riassumere ci deve far capire che non possiamo permetterci di perdere tanta preziosità; non si può accettare la pochezza e la passività di governi divenuti ciechi dinanzi alla sofferenza di un territorio vasto e orograficamente disagiato, destinato oramai all’abbandono. Ripartiamo dal passato per poter riscoprire l’entusiasmo, la voglia di fare, per rielaborare idee foriere di progetti futuri, auspicando una tavola rotonda (consulta) – esperienza già vissuta nel 1996 con il sindaco Pasquale Zanfino- con la partecipazione delle rappresentanze della società e delle istituzioni di Acri e dei paesi limitrofi, affinché possano addivenire ad una soluzione idonea a restituire il giusto valore alla comunità acrese e a quella del comprensorio. La realizzazione di questa importante opera socio-sanitaria e di civiltà ha visto l’impegno personale dell’onorevole Giacomo Mancini e del senatore Francesco Spezzano che posero, simbolicamente, la “prima pietra” nel 1965. Una svolta decisiva si ebbe con la nomina del Consiglio di amministrazione dell’Ente Ospedaliero Generale di Zona “Beato Angelo” di Acri che si insidiò l’11 dicembre 1975 e che si impegnò, congiuntamente all’Amministrazione Comunale, per ottenere finanziamenti consistenti finalizzati al completamento dei lavori e all’adeguamento di una struttura, progettata molti anni prima, rispetto alle mutate esigenze. Il Consiglio, presieduto dal dr. Vincenzo Molinari, con vice presidente Federico Elia, nominò, come consulenti, il direttore amministrativo nella persona del dr. Vincenzo Capalbo e il direttore sanitario nella persona del prof. Cesare Giannice. Superato lo scoglio economico, il Consiglio bruciò le tappe e affrontò felicemente la fase legata al reclutamento del personale sanitario specializzato. Le attività ospedaliere ebbero inizio nel 1978. Il 1°gennaio 1981 l’ente Ospedaliero Generale di Zona “Beato Angelo” di Acri, per effetto delle legge n.833 del 1978 (istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale) e della legge regionale n.18 del 1981, viene soppresso ed il P.O.”B.Angelo” confluisce nella Unità Sanitaria Locale n. 6 di Acri; della nuova U.S.L. fanno parte i comuni di Acri, San Demetrio Corone, S. Sofia D’Epiro e Bisignano. A presiedere provvisoriamente la Usl viene chiamato il Sig. Carmelo Lo Giudice, all’epoca sindaco di Bisignano e presidente della Comunità Montana “Destra Crati”, che eserciterà il suo mandato sino al marzo 1981, quando al vertice del Comitato -massimo organo delle Usl- verrà eletto l’avvocato William Manes, già primo cittadino di Acri. A coordinare i Servizi della USL viene nominato il dott. Agesilao Milano, che svolgerà anche funzioni di Primario della divisione di Chirurgia generale e di Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero “Beato Angelo”. All’avv. Manes subentrerà, nel febbraio del 1985, il dott. Cesare Marini, allora sindaco di San Demetrio Corone e senatore della Repubblica. Al dr. Marini, al vertice della USL, subentrerà l’avv. Stefano Liguori e verrà attivato il servizio Dialisi; verranno espletati numerosi concorsi che consentiranno di collocare le figure mediche in tutti i servizi (veterinari, Servizio di Salute Mentale, Divisioni ospedaliere e Poliambulatorio ex INAM). Nel 1991 L’USL n. 6 -al pari delle altre- viene commissariata dalla Regione Calabria: al suo vertice viene nominata l’avv. Elvira Gencarelli, con funzioni di Amministratore Straordinario. Nel gennaio del 1993, in ossequio ai provvedimenti governativi di riordino e di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale e regionale, le UU.SS.LL. calabresi passano da trentuno ad undici; la USL n. 6 di Acri viene accorpata alla USL n. 4, con sede in Cosenza. Agli inizi del 1995 la stessa USL n.4 verrà scissa in Azienda Sanitaria n.4 (con un unico Presidio Ospedaliero, quello di Acri e prevalenti competenze socio-sanitarie, estese al territorio di 55 Comuni della provincia) ed Azienda Ospedaliera di Cosenza, comprensiva degli Ospedali della “Annunziata”, ” Mariano Santo” e “Santa Barbara” di Rogliano. “A distanza di 25 anni dalla sua attivazione, l’Ospedale di Acri, a differenza di altri presidi che sono stati riconvertiti o hanno subito forti ridimensionamenti -puntualizza il primario dell’epoca, il dr.Milano- assolve in pieno alla sua funzione, perché riesce a far fronte alle richieste dell’utenza, sia dal punto di vista della qualità dei servizi sia dal punto di vista della qualità delle prestazioni erogate, senza nulla invidiare ad altre strutture”. Successivamente, subentra come direttore generale il dott. Gaetano Princi, che ricoprì anche il ruolo di legale rappresentante dell’Azienda sanitaria n. 4 di Cosenza. La Direzione Generale venne ubicata a Cosenza, in viale degli Alimena n.8. Un ruolo molto importante venne svolto dalla Conferenza dei Sindaci, avente funzioni di controllo e di indirizzo, e, della quale fecero parte il sindaco di Acri, dott. Nicola Tenuta, nonché il prof. Gennaro Nicoletti, sindaco di Santa Sofia d’Epiro, comuni entrambi ricadenti nel bacino d’utenza del Distretto di Acri. Con atto aziendale D.Lgs n.229/99, il Presidio Ospedaliero “Beato Angelo” venne organizzato nelle seguenti Unità Operative: Direzione Sanitaria e di Presidio; Direzione Amministrativa; Chirurgia; Ostetricia e Ginecologia, con annesso Punto Nascita, Medicina, Pronto Soccorso; Anestesia e Rianimazione; Reumatologia; Dialisi; Radiologia; Laboratorio Analisi; Farmacia Ospedaliera. I posti-letto divennero complessivamente 94 e furono così ripartiti: 28 per la medicina generale, 28 per la chirurgia generale, 16 per ostetricia e ginecologia, cui bisogna aggiungere gli 8 posti-letto del reparto di psichiatria. Anche per il DAY HOSPITAL furano attivati 2 posti per la medicina, 3 per la chirurgia, 1 per ostetricia e ginecologia e 16 per la dialisi. Dirigente Sanitario del Presidio fu il dott. Cosimo Pignataro, che ebbe il compito di sovrintendere alle attività sanitarie. Il Dirigente Amministrativo fu Lorenzo Di Vico, che ebbe il compito di sovrintendere a tutte le attività amministrative e tecniche del P.O.(cfr. giornale “Informa Ospedale” Anno 1° -n.1-dicembre 2002). Nel 2003 i posti-letto erano così suddivisi: 27 con 3 in DH in medicina; 15 DH 1 in ginecologia; 11 in nido; 27 con DH 3 in chirurgia; 10 in artroscopia; DH 8+8 Cosenza in dialisi; 7 + 1 DH in psichiatria. Per il reparto di reumatologia, resa operativa in prima istanza in regime ambulatoriale e DH da parte de prof. Roberto Marcolongo, tramite una convenzione tra l’Università di Siena e l’ASL 4 di Cosenza, furono previsti 8 posti di cui 2 DH; in quegli anni furono effettuate migliaia di prestazioni a cittadini provenienti da tutta la Calabria. Dopo pochi anni la reumatologia verrà chiusa, stessa sorte subirà l’Artroscopia. Fallimentare fu il tentativo di una convenzione con il Gemelli di Roma per realizzare un servizio di endoscopia digestiva con prof. Costamagna. Con il governo Berlusconi ed i governi regionali Chiaravalloti, Loiero e Scopelliti iniziò la fase di declino dell’ospedale di Acri, che suscitò una forte reazione della politica acrese, dell’amministrazione e delle forze sociali, senza, però, ottenere risultati. Successivamente, la L. 311/2004 (legge finanziaria per l’anno 2005) al co. 180 dell’articolo unico, come modificato dall’art.4, D.L 14 marzo 2005, n. 35 convertito in L. 14 marzo del 2005, n.80, ha previsto in capo alle regioni in squilibrio economico la necessità di procedere ad una cognizione delle cause che lo hanno determinato ed ad una elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale, di durata non superiore al triennio. Sulla base di tale premessa, con DPGR n. 18 del 22 ottobre 2010 viene nominato commissario ad acta Giuseppe Scopelliti ed inizia il declassamento dell’ospedale di Acri: da Ospedale Generale, con strutture complesse (con a capo primari) di Chirurgia, Medicina, Ostetricia-Ginecologia, Anestesia, Psichiatria, Farmacia, Radiologia, Laboratorio Analisi, diventa Ospedale di Zona Montana, con conseguente cambiamento di quasi tutte le strutture complesse in strutture semplici (cioè senza primario) e viene nominato un responsabile per ogni unità operativa; in questa fase si ha la perdita di posti-letto nel reparto di Chirurgia e verrà chiuso quello di Ostetricia – Ginecologia e quello di Psichiatria. Consapevoli delle pesanti conseguenze apportate dalla delibera precedente, con DPGR n.191/2012 (ad integrazione del DPGR n.18/2010) viene individuato un unico SPOKE nell’area Nord, costituito dai presidi ospedalieri di Castrovillari (previsto SPOKE) e di Acri (previsto Ospedale di Zona Montana nel DPGR 18/2010). Tuttavia, l’dea di istituire un unico SPOKE, che avrebbe potuto determinare una ripartizione delle competenze specialistiche tra i due ospedali, ha suscitato forti contestazioni da parte dei dirigenti e della popolazione di Castrovillari, determinando la fuga sia dei primari da Acri (dott. Guarino e Fiorentino) verso Castrovillari e sia della direzione sanitaria, incarico all’epoca ricoperto dal dott. De Paola. In tale periodo furono riassegnati 10 posti-letto al reparto di Chirurgia. In seguito, il decreto DM n.70/2015( “Regolamento sugli standard qualitativi, tecnologici, strutturali e quantitativi relativi all’assistenza, e alla riorganizzazione della rete ospedaliera nazionale con l’individuazione di criteri omogenei in tutto il territorio”) e le sue circolari esplicative hanno dettato nuove disposizioni e, successivamente, verrà approvato il DCA Nr.30/2016 (commissario ad acta, ing. Massimo Scura). Con questo decreto, il nosocomio acrese viene configurato come ospedale di zona disagiata, con SPOKE di riferimento Rossano-Corigliano. Rimaneva nell’organigramma, come già avvenuto con il commissariamento di Scopelliti, una sola struttura complessa; vengono tagliati 10 posti-letto in chirurgia ordinaria – che diventa poi chirurgia in elettiva ridotta che effettua interventi in DAY SURGERY (un regime di ricovero che non prevede pernottamenti: l’ingresso, l’intervento e la dimissione avvengono nello stesso giorno) o eventualmente in WEEK SURGERY (prevede un ricovero di non più di 5 giorni) – e aggiunti 4 posti-letto nel reparto di Dialisi e 16 posti di lungodegenza post-acuzie. Con il DCA Nr. 64/2016, ultimo decreto del commissario ad acta, ing. Massimo Scura, attualmente in vigore, non cambia l’organizzazione rispetto al DCA 30/2016. Con delibera del 17 agosto 2017 n. 1619 viene approvato l’Atto aziendale dell’ASP di Cosenza, che diventerà oggetto di un Consiglio Comunale, tenutosi in data 4 settembre 2017, con il seguente punto all’ordine del giorno:”potenziamento e riqualificazione dell’ospedale cittadino e della rete territoriale “. Trattandosi di adunanza aperta, al Consiglio Comunale parteciparono il direttore generale dell’Asp di Cosenza, dr. Raffaele Mauro, e il delegato della Regione Calabria per la sanità, on. Franco Pacenza, furono presenti, inoltre, numerosi cittadini ed associazioni. Il Direttore Generale illustrò l’atto aziendale adottato e relativo al Presidio Ospedaliero “Beato Angelo”, definito di zona disagiata. Numerosi furono gli interventi dei cittadini e delle forze politiche tesi a ribadire l’importanza della struttura ospedaliera, non solo per la salute ma anche per lo sviluppo economico del territorio. L’amministrazione e l’intero Consiglio Comunale assunsero l’impegno di trasformare l’ospedale di Acri in un piccolo centro di eccellenza provinciale e regionale, pianificando con la Regione, la struttura Commissariale, la Direzione Generale dell’Asp di Cosenza e altre istituzioni territoriali le linee guida da seguire. Gli argomenti trattati riguardarono il pronto soccorso, la chirurgia, l’anestesia, la medicina, la lungodegenza post-acuzie, l’emodialisi, l’oncologia, nonché il territorio e il poliambulatorio. Tale documento venne trasmesso al presidente della Giunta Regionale, on. Mario Oliverio, al commissario ad acta, ing. Massimo Scura, al direttore generale dell’Asp di Cosenza, dott. Raffaele Mauro, e la deliberazione venne resa, con votazione unanime, immediatamente esecutiva (art. 134, co.4, del D.Lgs n. 267/2009). Tuttavia, nonostante l’impegno assunto dalle forze politiche, attualmente non si è riusciti a dare piena attuazione ai contenuti del piano aziendale 2019 e della deliberazione n.13, datata 4 settembre 2019, con conseguente consolidamento della fase di declino dell’ospedale di Acri. E’ necessario, oggi, convocare una consulta con la partecipazione di tutti, anche delle rappresentanze dei paesi limitrofi, per poter sviluppare nuove coscienze, con l’obiettivo di realizzare nel tempo un nosocomio qualificato e di eccellenza, che superi la definizione riduttiva di ospedale di zona disagiata.