Sud, ipocriti e reddito di cittadinanza

di Franco Bifano 

Non so voi, ma io ne ho le scatole piene di sentire, dopo le recenti elezioni, certi sermoni uscire dalla bocca di predicatori miracolati dalla politica. Evidentemente, non riuscendo a metabolizzare il successo del Movimento cinque stelle al Sud, mettono in relazione a giorni alterni il reddito di cittadinanza con la scarsa voglia di lavorare che (a sentir loro) abbiamo noi meridionali.
Ad esempio, l’ossimoro vivente Salvini, (leghista e senatore calabrese insieme sic!), ha detto di non voler pagare gente che passa le giornata sdraiata sul divano. Che tipo singolare questo ex sostenitore della padania ! Sono ben 24 anni che vive sulle nostre spalle, da consigliere di Milano prima (1993) a parlamentare europeo fino ad ieri, eppure proprio lui si permette di bacchettarci.
Ora, se consideriamo che di anni ne ha 43, non ci vuole molto a capire che ha trascorso più della metà della sua vita a non far nulla. Badate che a dirlo non sono mica io (meridionale scansa fatica), ma a sostenerlo è un Giudice in una sentenza di condanna. Pensate che Salvini non è riuscito a dimostrare di aver lavorato almeno un giorno (dico uno!) in vita sua, al di fuori della Lega (povero cucciolo!) clicca qui 
Oggi, però fa il gradasso con chi invece un lavoro, pur cercandolo disperatamente, non riesce a trovarlo. Che dire, saranno i postumi di quando si “ubriacava” insieme agli altri discendenti di Odino, attingendo alle sacre acque del Po direttamente dall’ampolla sorretta dalle mani di Bossi (bei tempi quelli Mattè!). Il leghista però non è il solo a delirare sul reddito di cittadinanza, fanno parte dell’allegra combriccola altri “compagni di merende” del calibro di Brunetta e Gasparri, un vero spasso! Quest’ultimo poi, un autentico gioiellino in quanto a lucidità di pensiero.
L’idea del reddito di cittadinanza non nasce per fornire assistenzialismo al Mezzogiorno, ma piuttosto come strumento utile per ridare dignità alle persone che un lavoro non lo trovano, non perché non lo cerchino, tutt’altro, ma perché manca al Sud come al Nord. Senza contare che servirebbe e ad evitare anche qualche atto estremo di persone che perdendo il lavoro dopo i cinquant’anni, – magari perché l’azienda ha chiuso o delocalizzato – si trova fuori dal mercato del lavoro con possibilità di rientrarci pari allo zero e magari con figli a carico o/e mutuo da pagare.
Dicono che mancherebbero le risorse per applicare il reddito di cittadinanza, non lo so ma sono ottimista, considerato che spesso a sostenerlo sono gli stessi che hanno trovato oltre 30 miliardi di euro per salvare le banche. Ipocriti al servizio delle lobby che (s)parlano dall’alto dei loro stipendi di 15.000 euro al mese portati a casa solo per scaldare la poltrona in Parlamento in attesa del vitalizio che gli arriva quasi sempre a sessant’anni, mentre per i comuni mortali la pensione arriva oltre i sessantasette (grazie tante, Sig.ra Fornero!)