Ritardi, omissioni e trucchetti ai danni di un’intera comunità

Di Gruppo Consiliare Acri in Comune

Luigi Caiaro-Giuseppe Intrieri

Sui danni che questa amministrazione sta provocando alla città ci siamo soffermati più volte, incalzati dai vari problemi irrisolti e incancreniti.

Sulla questione scolastica l’amministrazione comunale ha già tentato di privare Acri di una scuola, a vantaggio di Bisignano. I sottoscritti hanno più volte denunciato sulla stampa il maldestro tentativo di qualche neo assessore, che, evidentemente per ragioni politico-personali, intende perpetrare un colpo basso a qualche Istituto scolastico. Siamo all’evirarsi per fare dispetto alla moglie. Si priva Acri di una Scuola, regalandola a Bisignano, per pura vendetta. Il primo tentativo è fallito – al pari di altri scellerati progetti di quest’anno – dopo il clamore e le proteste dei cittadini. Abbiamo assistito all’ennesima marcia indietro del Sindaco.

Non paga ancora, la giunta Capalbo continua a perdere tempo e non affrontare i problemi. La tecnica ci pare la stessa di quella dell’Ospedale. Lo scorso anno il Sindaco presentava il nosocomio acrese come un fiore all’occhiello, una sorta di isola felice nel desolante panorama sanitario regionale. Ieri, lo stesso primo cittadino prendeva pubblicamente posizione per lanciare un allarme sulle condizioni drammatiche dell’ospedale.

Con lo stesso stile e le medesime doti di “brillanti” amministratori, gli uomini dell’ennesima armata Capalbo si preparano a confezionare una nuova beffa ai danni della comunità. Il presidente della commissione consiliare preposta, cons. Fausto Sposato, evidentemente molto preoccupato della situazione, alla nostra richiesta di convocazione urgente(che si allega), ha risposto con le note, che alleghiamo, convocando la stessa per il 9 dicembre, cioè a distanza di circa due mesi e nell’immediatezza della scadenza ( 31 dicembre) del termine per la risoluzione del problema.  

In pratica Acri si trova a vivere un momento difficile della sua storia, rischiando seriamente di perdere un pilastro dell’istruzione locale, il Falcone, e in nostri amministratori rinviano la convocazione degli organi preposti alle calende greche. A chi giova questo gioco al massacro? Quali interessi si vogliono nascondere? Quali sono le intenzioni degli amministratori? A tutte queste domande, non sarà possibile, nell’immediato, rispondere perchè il Sindaco e i suoi fedelissimi hanno optato per il blocco della discussione e il congelamento di ogni decisione.

Considerata l’impossibilità di agire nelle sedi preposte, per l’incomprensibile chiusura dell’Amministrazione, non ci resta che denunciare ai cittadini l’ennesimo, maldestro, tentativo di congelare ogni discussione e proposta. Questa volta, però, dietro il silenzio si nasconde l’opera subdola di qualche doppiogiochista, che, nello stile abituale di evitare ogni discussione e risposte nel merito, agisce come manovratore nell’ombra per pure questioni politico-personali. Appare, oggi, più chiaro l’interesse specifico di chi ha cambiato casacca. Riconosciamo lo stile, le metodiche e, francamente, speriamo di non sperimentare ancora gli effetti di un modo di agire superficiale, tracotante e assolutamente acritico, i cui deleteri effetti fanno parte, ormai, della storia del nostro Comune.  Né può essere plausibile il congelamento istituzionale con la scusa di lasciare lavorare l’Amministrazione. La scuola è patrimonio di tutti ed eventuali soluzioni devono essere necessariamente condivise. Convocare le commissioni solo per metterle a conoscenza di altre geniali idee dei nostri amministratori, nell’immediatezza della scadenza dei termini, ci pare pura follia.

Il nostro Paese ha faticato molto a compiere un percorso istituzionale che fosse in grado di invertire i termini del rapporto tra governanti e governati. All’indomani dell’Unità Italia, questo rapporto era unidirezionale, dall’alto verso il basso, e il popolo subiva passivamente ogni decisione. Anni di lotte, battaglie, morti, hanno permesso di invertire, almeno parzialmente, i termini di questo rapporto. Il popolo ha reclamato, e in parte ottenuto, un ruolo nei processi decisionali importanti. Oggi, ad Acri, ci sembra di essere ritornati ai tempi di Vincenzo Sprovieri. Un’Amministrazione che, unilateralmente, concepisce progetti che vanno nella direzione di un impoverimento di una realtà già in affanno, deve andare a casa perché si è macchiata di un crimine tremendo, il tradimento della fiducia e degli interessi della collettività. E noi saremo costantemente in prima linea a continuare a denunciare nefandezze, trasformismi e giochetti di vario genere.