POLITICA: Le “magie” del Palazzo sul bilancio

“II Comune di Acri ha prodotto un Piano che, oltre a non essere supportato da idonea documentazione, appare viziato da errate contabilizzazioni dell’anticipazione di liquidità concessa dalla Cassa DD.PP. e del fondo di rotazione; inoltre la non corretta quantificazione del maggior disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui, contribuisce ad alterare la rappresentazione e la quantificazione della massa passiva. Il Piano non pare oltretutto approntare mezzi adeguati per il risanamento dell’Ente”. E’ quanto si legge nelle considerazioni conclusive della Corte di Conti sezione regionale di controllo per la Calabria, che con deliberazione 65/2016 del 6 settembre non ha approvato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune avendo valutato lo stesso non congruo ai fini del riequilibrio finanziario dell’Ente. Dunque niente da fare per l’esecutivo Tenuta nonostante le controdeduzioni presentate alla sezione regionale della Corte. Il piano risulta non attendibile e congruo per diverse ragioni tra cui l’errata contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità ex D.L. 66/2014. Il disavanzo complessivo da ripianare – come si legge nella deliberazione della Corte – risulta pari a euro 23.802.424,09, di cui euro – 6.136.801,45 quale disavanzo esistente al 31/12/2014 da ripianare entro la durata del Piano ed euro -17.665.622,64 da ripianare in trent’anni; il Piano presentato prevedeva, invece, rispettivamente euro – 3.496.795,58 ed euro – 9.524.965,69, per un totale di euro – 13.021.761,27. Le misure previste per coprire il disavanzo complessIvo, ovvero l’aumento delle riscossionl e la riduzlone delle spese, non sono sufficienti – secondo la Corte – tenuto conto anche dell’andamento delle prime annualità del Piano. Quanto all’esercizio 2015, gli impegni non hanno, ancora una volta – sempre secondo la Corte – rispettato le previsioni del Piano (euro 13.933.347,76). Con riferimento al rendiconto 2015 si osserva che i dati del consuntivo pervenuti con la risposta istruttoria del 20 giugno 2016 hanno dimostrato la mancata realizzazione delle previsioni del Piano per tale annualità, in quanto le entrate correnti, anche se accertate (euro 18.416.838,60) per un importo superiore rispetto a quanto previsto nel Piano (16.550.900,10), sono state incassate in misura modesta (euro 9.390.424,15 pari al 51% degli accertamenti). Atteso che le spese correnti, peraltro impegnate (euro 14.610.164,12) in misura maggiore rispetto alla previsione del Piano (euro 13.933,347,76), sono state invece pagate in misura pari ad euro 8.893.009,16, il confronto con le entrate correnti riscosse (euro 9.390.424,15) realizza una differenza positiva di euro 497.414,99 che, pur non considerando il rimborso prestiti, non riesce a coprire neppure la quota di disavanzo da ripianare calcolata dall’Ente per il 2015 in euro 585.161,81. Insomma strada spianata verso il dissesto finanziario. E meno male che la maggioranza e il sindaco negli ultimi tempi avevano rassicurato cittadini e addetti ai lavori sulla situazione finanziaria dell’ente. Tanto che nell’ultimo consiglio comunale tenutosi lo scorso 16 settembre nessuna comunicazione sulla predetta deliberazione è stata fornita ai presenti, sebbene dovesse essere già in possesso del sindaco. Coda di paglia – sostengono gli istintivi – o semplice dimenticanza; eppure il dado è tratto e non si può più tornare indietro. La maggioranza ci ha abituato di recente a colpi di scena, vedi la rielezione del presidente del consiglio, ma questa volta nessuna magia del sindaco potrà riportare i conti in ordine. Se ne sono accorti i consiglieri di minoranza del gruppo “Movimento Acri Democratica” Natale Viteritti e Luigi Cavallotti che esrpimono sdegno e preoccupazione difronte questo ennesimo atto di ipocrisia del sindaco e della sua giunta. “Dopo avere rinnegato se stessi – scrivono Viteritti e Cavallotti – ovvero il comunicato diramato dal portavoce del sindaco, dei primi del mese di settembre, circa un avvicendamento programmato alla presidenza del consiglio comunale, per dare spazio ad un consigliere più giovane (esito confermato Fabbricatore), l’assise comunale poteva essere anche occasione per il primo cittadino di comunicare qualche atto alla citta. Poteva comunicare lo stato di attuazione dei programmi per eliminare il problema randagismo; poteva comunicare e motivazioni della sentenza della Corte dei conti circa il diniego della non approvazione del piano pluriennale di riequilibrio. Ma tutto cio non è avvenuto. Proprio su quest’ultima vicenda – continuano i consiglieri “scomodi” – denunciamo come atto grave il fatto che il sindaco abbia omesso di comunicare, la corposa sentenza della Corte dei conti, ben 39 pagine, depositata il 6 settembre 2016 ed immediatamente notificata al nostro ente. Nella sentenza infatti si legge che l’anticipazione di liquidità di 6.888.808, poichè inclusa gia nel rimborso per anticipazione di liquidità, ovvero i 15.500.000, non può più esistere come variazione in entrata e che tale “altro non è che un artificio contabile che ha consentito il mantenimento, almeno apparente, del pareggio di bilancio” E che in virtù di tale artificio contabile , il risultato d’amministrazione dell’anno 2014 non è positivo di 752.007 ma negativo e pari ad euro -6.136.801. Il sindaco ha omesso di informare che il tali valori errati ed altri alterano il Patto di stabilità , con una serie di sanzioni , prima fra tutte la riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo. Anche con il riaccertamento straordinario dei residui, approvato il consiglio il 9 giugno 2015 – sottolineano Viteritti e Cavallotti – l’ente ha calcolato un avanzo di riaccertamento pari a 7.141.346 contro i 252.537 calcolati dalla Corte. In quella riunione consiliare manifestammo tutti i dubbi e in quella sede ci astenemmo dal votare tale atto per la gran confusione nei numeri fatta dal sindaco assessore. In sintesi queste ma anche altre motivazioni inerenti i capisaldi del Piano pluriennale hanno reso non approvabile il documento. Il Comune aveva riferito nella nota prot. n. 17513 del 30 settembre 2015 che era in corso una valutazione prognostica dei possibili oneri da soccombenza, ma – come richiamato nella deliberazione della Corte – alla data del 20 giugno 2016 l’Ente non è stato in grado di fornire informazioni dettagliate in merito. Su tale ultima questione – concludono i consiglieri di opposizione – segnaliamo, come denunciato altre volte sulla stampa ed in consiglio la questione del Lodo Arbitrale dell’Anac che ha come conseguenza attuale, quella di una condanna per il Comune di 1.200.000 euro circa, sebbene le trattattive avrebbero portato ad una transazione a circa 70.000 euro”. La vicenda del predetto lodo ha dell’incredibile se pensiamo agli “artifizi” riscontrati dalla Corte. Il Comune, infatti, è stato condannato a risarcire il Consozio Stabile Olimpia, titolare di alcuni lavori edili in via Aldo Moro, per oltre 1 milione di euro nonostante – per come hanno ricordato più volte Viteritti e Cavallotti – in una riunione, seppur informale, a cui aveva partecipato anche l’assessore agli affari legali Ottone Martelli si fosse raggiunto un accordo bonario per 70mila euro. Come mai non sono stati inserite tali “soccombenze” nelle voci di bilancio e perchè non sono state comunicate alla Corte? Quale motivo ha spinto l’amministrazione comunale e il sindaco Tenuta a non accettare l’accordo transattivo con la controparte? Si tratta di altre somme “celate” senza apparente spiegazione che avrebbero contribuito al disastro appurato in bilancio. Eppure il tentativo di evitare il lodo arbitrale c’era stato. Nulla è mai trapelato dalle stanze del municipio in merito al presunto accordo, quasi a nascondere ancora un altro tassello ambiguo nella gestione dei conti comunali. Sì, perchè 1 milione di euro si potevano risparmiare e fare più bella figura al cospetto dei giudici. Ma la missione del sindaco Tenuta pare sia sempre più volta ad incamerare bocciature, che ora arrivano non solo dall’interno. I conti non sarebbero proprio il suo forte visto il pareggio dei voti anche nell’ultima seduta consiliare. Non resta che appellarsi alla magia, quel “ponte che permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile”. t.c.

fonte: La Provincia di Cosenza del 21/09/2016