OPINIONE: La RIVOLUZIONE della retorica

di Giacinto Le Pera

A stretto giro rispondo all’ottimismo riscontrato nell’articolo di Franco Bifano dal titolo “domani, la rivoluzione!” , sottolineando che la Calabria che resiste e che cerca di opporsi con i pochi strumenti che ha, esiste ma non basta.
Chi resiste è troppo debole per affrontare un mostro tentacolare che trasmette i suoi geni ad una velocità tale e con una capillarità che farebbero tremare persino le più argute menti rivoluzionarie di tempi ormai lontani.
Questi geni così maledettamente feroci hanno grandi capacità di adattamento e radicamento in quello che si chiama tessuto sociale e che, non appena vengono identificati ed isolati, immediatamente, quasi contemporaneamente se ne annidano altri in altre parti.
Potenzialmente, in Calabria, siamo tutti vettori.
E finché, caro Franco, resistono i geni del “conosci qualcuno per quella pratica…?” o del “non ti preoccupare, ci penso io!” , a me non viene che da dirla alla Mao Tse-tung: “La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra“.