Mi ami?…ma quanto mi ami?

di Franco Bifano 

Secondo voi, è normale la gelosia nel rapporto di amore tra uomo e donna? Scommetterei che in molti sarebbero pronti a rispondere di si. In fondo cos’è la gelosia, se non quel tormento interiore che si manifesta tanto più evidente quando più si tiene alla persona “amata”? Dunque essere gelosi è positivo, più lo si è e più si è innamorati.
Ma siamo però proprio sicuri che sia cosi? Non è che invece, la gelosia ha poco a che fare con l’amore, e ha invece molto a che vedere con il possesso? In altre parole, non è che usiamo la scusa della gelosia per poter porre sulle donne un marchio di proprietà?
I giudici della prima corte di appello di Bologna pensano di no, tant’è che hanno emesso una discutibile e indecente sentenza che “giustifica” la gelosia, anche se questa ha portato a conseguenze estreme.
Questi togati “illuminati”, hanno infatti riconosciuto le attenuanti generiche a un uomo che, pensate, a mani nude, ha strangolato una donna divenuta sua compagna da appena un mese. Secondo questi “sapienti” custodi della legge, l’uomo (poverino) avrebbe agito in preda, ad “una soverchiante tempesta emotiva e passionale” causata della gelosia.
Una che? Soverchiante tempesta? L’unica tempesta che si puo immaginare è quella che ha mandato in confusione le sinapsi di chi sostiene queste tesi a dir poco strampalate. Eppure, grazie a questa infelice motivazione l’assassino ha beneficiato della riduzione della pena! Per cui, tra attenuanti generiche, e rito abbreviato non dovrà scontare più i 30 anni inflitti in primo grado ma solo 16, meno della metà.
Mettiamola così, quando si tratta di riconoscere i diritti delle donne, ancora nel 2019 le cose vanno alla rovescia. Cosi la gelosia ossessiva, in caso di omicidio anche brutale, invece di essere considerata un’aggravante, si trasformata incredibilmente in un’attenuante, riavvicinandoci cosi pericolosamente ai tempi del delitto d’onore. La verità è che, ancora oggi, nella nostra civilissima Nazione la violenza sulle donne, anche la più efferata, viene condannata con belle parole nei talk televisivi. Salvo poi essere “giustificata” nei tribunali, da giudici che ricordano quelle persone che glorificano l’indissolubilità del matrimonio, avendo però due divorzi alle spalle.