Incrostazioni

di Franco Bifano

Cosi, dopo tre anni di duro lavoro alla guida della Protezione Civile che ha trasformato da un traballante e inconsistente carrozzone a struttura efficiente ed operativa, Carlo Tansi riceve un provvedimento punitivo di ben 45 giorni di sospensione, come ringraziamento per il buon servizio svolto!

Perché mai questo trattamento di “riguardo”? Per le sue dichiarazioni sui social (facebook).  Me Cojoni!! Direbbero a Roma.

Cosi vanno le cose nella terra della “ntrangheta “ e dei burocrati, non di rado  coincidenti. Questi ultimi, a dar retta allo stesso Tansi, sono più pericolosi degli stessi mafiosi. Gli “incrostati”, li ha definiti. Sono quelli da una vita nello stesso posto, con il tempo non solo hanno acquisito potere, ma lo hanno consolidato circondandosi di parenti amici e compagnia bella. Si dice che abbiano più potere degli stessi Assessori. Una “casta” molto temuta per la loro capacità di trasformarsi all’occorrenza in cavillosi e spietati “Azzeccagarbugli”, contro chi  considerano nemico, impantanando  nelle melmose pastoie burocratiche ogni  valida iniziativa.

Al contrario, quando si tratta invece di amici, o meglio ancora di “amici degli amici”, diventano flessibilissimi e accondiscendenti, praticamente zerbini! Capaci di offrire “corsie preferenziali” anche sui sentieri dissestati di montagna.

Naturalmente, qualora la palude burocratica non fosse sufficiente per fermare gente testardamente operativa come Tanzi, pare che provvedano a far scendere in campo “l’artiglieria pesante”. Un dispositivo efficacissimo che va da anonimi “consigli” telefonici, all’invio di buste con inquietanti “souvenir”.  I più espliciti, generalmente, sono i proiettili, ma in un eccesso di zelo si arriva anche ad animali morti davanti a casa, giusto perché il messaggio non lasci dubbi interpretativi.

Carlo Tansi, persona di tempra, però non demorde, anche per gli attestati di stima ricevuti, denuncia il malaffare anche attraverso i mezzi di informazione, social compresi. Credo, che attraverso questi ultimi speri di risvegliare la coscienza civile dei calabresi onesti, delle persone che, nonostante tutto, ancora credono che questa Regione possa trovare la forza di reagire. E’ un illuso? In uno slancio di ottimismo mi verrebbe da dire di no, non è un illuso; poi però la triste realtà mi porta con i piedi per terra e quindi penso, amaramente, di sì.

Gli “incrostati” (ahimè!), nel tempo, si sono diffusi a macchia d’olio. Si trovano dappertutto, nei Comuni, negli uffici pubblici nella Sanità, nell’informazione, ovunque venga gestito potere. Sono stati messi lì apposta, sono i pilastri del “sistema deviato”, funzionali nel soffocare ogni tentativo di cambiamento. Bravissimi e efficientissimi quando si tratta di fare “le pulci” a chi opera perché le cose cambino e quindi limitarne l’operosità. In stato comatoso e inerti, invece,  davanti alle più macroscopiche violazioni di leggi o di diritti a tutti i livelli, in particolare quando sono fatte dai loro “compari”.

Il male peggiore della Calabria siamo proprio noi calabresi, anche quelli che  subiamo restando indifferenti! Siamo nati in una terra con la quale Dio è stato particolarmente generoso in quanto a bellezza e ricchezze di risorse naturali. Avremmo dovuto ringraziare e dimostrarci degni di questo dono. Siamo stati invece capaci di deturparla, offenderla e  trascurarla al punto da rendere ben visibili persino le incrostazioni, comprese, forse  le più odiose, quelle che riguardano gli esseri umani!