Il tempo delle mele è finito

di Franco Bifano

Sembrerebbe ormai assodato che alcuni singolari “eletti” provino un sottile appagamento nel poter usare il Consiglio Comunale come pulpito per insultare chi gli pare. Si dice che a qualcuno procuri addirittura una sorta di piacere primordiale forse esaltato dalla consapevolezza che non può ricevere replica, in quanto non consentita. E’ solo un’ipotesi, per carità, nulla di scientifico. Manca, infatti, sul fenomeno uno studio serio. Tutto si basa su molti indizi, tant’è che se ci trovassimo in campo investigativo con soli tre indizi si potrebbe formare una prova. Un fatto è certo però, a nessuno è consentito intervenire durante i lavori del Consiglio, anche se, da quei prestigiosi banchi, si dovesse essere derisi o insultati. Sembrerebbe una mancanza di democrazia, in realtà non lo è per il semplice fatto che, in quel nobile contesto, ognuno dovrebbe avvertire il senso del ruolo che ricopre. Non di rado si rischia invece, di restare “vittima” dei propri atteggiamenti sprezzanti.
Esistono certi contesti politici nei quali sarebbe opportuno essere costretti per Legge ad ammettere che si viene considerati amici solo a condizione di rimane allineati nella schiera degli estasiati adulatori (quelli del “viva il capo” a prescindere). Aldilà quindi di chi si è o cosa si è fatto fino ad allora. In questi tempi strani tutto può perdere di colpo valore, “C’est la vie” direbbero i francesi. E’ la vita! Un tempo le voci fuori dal coro erano considerati “i simpatici cittadini” o “splendidi” oggi sono altro, la sostanza non cambia così come, evidentemente, non cambiano i tempi. Pazienza!
A proposito di Consiglio Comunale, nell’ultimo tenutosi nella nostra città si è discusso dell’incarico dato ad un ex Assessore, che dovrà evitare che il Comune restituisca alla Regione i 378.000 euro del finanziamento ricevuto e successivamente revocato per la riqualificazione della zona conosciuta come “Parco Caccia”. La revoca sembrerebbe sia dovuta a situazioni non del tutto chiare. Tale incarico è stato aspramente criticato non solo da una parte dell’opposizione, ma anche da qualcuno in maggioranza. Ho già scritto che affidare il delicato incarico ad un ex Assessore della precedente Amministrazione, la stessa che ha seguito i lavori, è quanto meno inopportuno. Tuttavia confido che le cose vadano per il meglio. Però, caso contrario, cioè, nella malaugurata ipotesi che il Comune fosse costretto a restituire i 380.000 euro alla Regione, chi paga? Come al solito “Pantalone” o chi, rivendicando le proprie prerogative, si assume la responsabilità di certe scelte? Perché quando le cose vanno male, se a pagare sono sempre i cittadini, le sbandierate responsabilità restano solo sulla carta. Cosi è tutto facile! Mettere mano nelle proprie tasche e pagare sarebbe tutta un’altra musica, e forse le scelte sarebbero più oculate.
Qualcuno si è premurato di farmi sapere che il tempo delle mele è finito. Mi sento di tranquillizzare, a me pare che il feeling non sia mai iniziato!