Il sorteggio tradito

DI FRANCO BIFANO

L’idea di scrivere un articolo sulla nomina degli scrutatori, lo confesso, non mi entusiasmava. Mi ero detto:” Tanto le cose non cambiano, i giochi sono ormai fatti, lascia perdere.” Poi, mentre ero con tanti altri genitori all’autostazione in attesa dell’ennesimo autobus diretto al nord, mi è capitato di leggere un post di Angelo Montalto (nonsoloauto) che sull’argomento sosteneva tra le altre cose : “…Per risolvere i grandi problemi, bisogna iniziare da quelli più piccoli…” una frase di buonsenso che mi ha fatto ritenere che la questione fosse stata sottovalutata. In effetti, la cosa va ben aldilà delle semplici nomine, la posta in palio è decisamente più importante.
E’ bene ricordare che nel passato la controversa prassi della “nomina su chiamata” personale è stata ampiamente praticata. Il tutto avveniva sulla scorta di un discutibile “accordo” (oggi forse lo chiameremmo “inciucio”) tra maggioranza e opposizione. L’accordo prevedeva la spartizione delle nomine. Un quarto andava alla minoranza (35 persone) e il resto (105) andava alla maggioranza. Una opinabile “strategia” utile, come facilmente si può intuire, per prendersi cura del proprio orticello elettorale. Di fatto però questo accordo ha negato per anni il diritto di fare questa esperienza, e di guadagnare qualche soldino, a chi non ha mai potuto contare sull’appoggio di “Santi in paradiso”. Finalmente, questa discutibile abitudine (con il plauso di tutti !!) era stata da qualche tempo riposta in soffitta, sostituita dal più oggettivo metodo del sorteggio. Per quanto il nuovo sistema adottato avesse bisogno nel tempo di “manutenzione”, garantiva certamente più trasparenza e ricambio nelle nomine rispetto al passato.
Oggi, la maggioranza che guida il Comune, con buona pace delle dichiarazioni entusiaste che seguirono all’introduzione del sorteggio e del buon senso, ha deciso incredibilmente di fare una inversione ad “U” di fare quindi marcia indietro. Si è ritornati alla vecchia logica spartitoria. La minoranza però non ha inteso seguire più la vecchia impostazione e, stigmatizzando con veemenza il ripensamento, ha preferito continuare ad effettuare le nomine di sua competenza attraverso il sorteggio. Ha scelto di farlo persino in diretta sulla pagina social di questo giornale.
Del perché la maggioranza abbia fatto questa incredibile scelta non è dato di sapere. Tuttavia mio nonno diceva “un ci vò la zincara pe sapiri a ventura” (non occorre la zingara per conoscere il destino), Incombe la consultazione elettorale regionale, dunque, servono consensi.
Le cose continuano ad andare cosi a queste latitudini! Intanto, i nostri giovani partono, inseguendo un sogno, un’opportunità che in questa terra bellissima ma amara viene loro negata dalla cattiva politica, dalla corruzione e dalla ‘ndrangheta, che spesso sono un tutt’uno. Tuttavia, i giovani calabresi nutrono sempre la speranza che un giorno le cose possano cambiare per poter tornare. Di fatto però ci priviamo delle migliori energie di cui disponiamo, cedendoli a buon mercato ad altre regioni, questo per non essere stati in grado di creare delle occasioni di lavoro. Addirittura facciamo intorno a loro “terra bruciata”, privilegiando clientelismo e affarismo che garantiscono comunque il consenso. Il Dott. Gratteri sostiene che se prima era la ‘ndrangheta a rivolgersi alla politica, oggi invece sono i politici che si rivolgono alla ‘ndrangheta per garantirsi l’indispensabile pacchetto di voti, per poi ricambiare il favore con gli appalti.
Il malaffare corrode questa democrazia “malata”! Siamo appena entrati nel 2020, dovremmo correte per recuperare il divario che ci separa dalle altre regioni sul piano sanitario e dei servizi, eppure, pur avendone la possibilità stentiamo a cambiare semplicemente passo: Ci vorrebbe più coraggio (da alcuni me lo sarei aspettato) anche per uscire dal coro.
Angelo ha ragione, il cambiamento è fatto di piccoli passi. Iniziare con risolvere i piccoli problemi, per poi trovare una soluzione per quelli più grandi. Pensavo anche a questo, mentre seguivo con lo sguardo l’autobus che lentamente si allontanava con il suo carico di speranze, di sogni e tristezza.