Il mercato degli infami

di Franco Bifano

Quando ormai pensi davvero di averle sentite e viste tutte, quando sei convinto che nessuna notizia possa più sorprenderti, ecco che questa società, impazzita come una maionese in un frullatore, riesce invece ancora una volta a investirti con un nuovo orripilante “schizzo” di cronaca! Bambini e le loro famiglie finite tra le spire di infami serpenti travestiti da assistenti sociali. Quello che sta emergendo nell’inchiesta di Reggio Emilia, se i fatti dovessero essere confermati, è davvero incredibile. Badate, parliamo di assistenti sociali ai quali la società affida un ruolo particolarmente delicato, che necessita di grande sensibilità e umanità. Professionisti chiamati ad agire e muoversi in ambiti familiari molto delicati, fatti quasi sempre di fragilità umane, di legami lacerati, di amori logorati, e spesso anche di affetto tra genitori e figli che non andrebbe mai sottovalutato, ma se mai coltivato. In questa ottica mi viene complicato accettare i fatti che stanno emergendo e vengono narrati dalla cronaca.

Come hanno potuto infatti queste “gentili signore”, ancor più se mamme, operare in modo cosi spregevole e sistematico, condizionando i bambini anche attraverso l’utilizzo di scosse elettriche? Con quale ardire hanno volutamente modificato i loro disegni per accreditare tesi di presunte violenze subite, o peggio ancora dichiarare spudoratamente il falso nelle relazioni da presentare ai giudici al fine di condizionarne il giudizio? Con quale indecente “coraggio” consentivano che i bambini venissero tolti impropriamente ai loro genitori, fregandosene di gettare gli uni e gli altri nella più profonda disperazione?

Tutto questo nella logica del far soldi, indispensabili quindi per favorire adozioni non solo in famiglie improbabili ma addirittura con gravi (loro si!) problemi da curare. Bambini traditi dunque per denaro in un mercato dell’orrore che ha spezzato famiglie, infranto sogni e cambiato destini.

Dopo 2000 anni i soldi continuano ancora a fare la differenza. Una volta c’era chi si accontentava di 30 denari, oggi evidentemente che le esigenze sono cambiate si ricorre senza scrupoli ai bambini, perché per averli c’è chi è disposto a spendere molto di più, e i soldi, si sa, agli infami non bastano mai.