Coronavirus | Chiusura totale per almeno altre 2 settimane: verso un nuovo decreto

FONTE: GAZZETTA DEL SUD

Chiusura totale per almeno altre due settimane, stop agli spostamenti ma qualche deroga per le aziende. Sarebbe questo il contenuto del provvedimento al quale sta pensando il governo e destinato agli italiani per arginare la pandemia di Coronavirus. Un nuovo decreto da varare i primi di aprile proseguendo, di fatto, l’attuale isolamento finora previsto fino al 3 aprile.

Una strada verso la quale si procede ormai a grandi passi e che dovrebbe essere una evoluzione dell’ultimo decreto, quello firmato da Giuseppe Conte lo scorso 22 marzo.

Una previsione che viene fuori da una analisi di Corriere.it che ha intervistato Silvio Brusaferro e Franco Locatelli — presidenti di Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità —: “L’epidemia ha rallentato il suo cammino, ma non è opportuno interrompere le misure di contenimento”.

Intanto il governo sta mettendo a punto per l’inizio di aprile un nuovo decreto per proteggere l’economia dai danni del Coronavirus.

L’obiettivo è dare aiuti a tutti i lavoratori, mettendo sul tavolo almeno altri 11 miliardi. Con una attenzione particolare agli autonomi, che potrebbero vedere in aprile un aumento del bonus oggi fissato a 600 euro e che a breve si dovrebbe poter richiedere.

Provvedimento in cui potrebbe essere rafforzato un pacchetto di aiuti ai Comuni che decideranno di sospendere i tributi locali. Con le misure di contenimento dell’epidemia che ancora non hanno dispiegato i loro effetti, e i contagi in continuo aumento, è particolarmente complesso, spiegano dai vari ministeri coinvolti, stilare l’elenco degli interventi necessari a puntellare soprattutto i settori più colpiti, a partire da ristorazione e turismo, oltre alle attività artigiane e professionali e le imprese più piccole che, da sole, hanno meno strumenti per difendersi.

Il prossimo decreto, ha assicurato però il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al primo incontro della ‘cabina di regia’ con le opposizioni, conterrà tutti i necessari interventi di emergenza e sostegno all’economia e saranno messi in campo più dei 25 miliardi già stanziati per il Cura Italia.

Il decreto varato a metà marzo con gli aiuti economici si avvia a entrare nel vivo in Parlamento dove però i margini per le modifiche sono limitati sostanzialmente alle correzioni a saldo zero. Il rinnovo delle misure previste solo per questo mese, ad esempio, arriverà con il prossimo decreto, che il governo dovrebbe varare entro una decina di giorni dopo aver chiesto una nuova autorizzazione al Parlamento a fare altro deficit da affiancare all’uso di vari fondi europei.

Ci sarà, ad esempio, il rinnovo dei 600 euro per gli autonomi, che potrebbero appunto aumentare, magari con un intervento più mirato sulle categorie più colpite. E di certo andrà rimpinguato il fondo per il reddito di ultima istanza, che al momento può contare solo su 300 milioni da suddividere però su una platea molto ampia di soggetti: dai professionisti iscritti agli ordini (circa 1,5 milioni di cui però quasi un terzo dell’Enpam, la cassa dei medici) a chi aveva un contratto a tempo determinato e non rientra in altre forme di sussidio fino, ma questa è ancora una ipotesi, a colf e badanti.

Per i professionisti il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha confermato il dialogo in corso con le casse private per chiudere il decreto che intanto distribuirà i 300 milioni. Altre risorse serviranno probabilmente per allungare i ‘congedi speciali’ concessi ai genitori con figli under 12, visto che le scuole rimarranno chiuse, come ha fatto intuire il ministro Lucia Azzolina ancora a lungo.

Mentre si fa strada l’idea di rafforzare tutti gli attuali strumenti di sostegno al reddito, dalla Naspi al Reddito di cittadinanza. Intanto per i Comuni dovrebbe arrivare la possibilità di decidere la sospensione delle tasse locali in modo più semplice, attraverso delibera delle giunte senza dover ricorrere a sedute dei consigli comunali.

Da giorni è in corso una interlocuzione con gli enti locali da parte del viceministro all’Economia, Laura Castelli che sta mettendo a punto anche un ‘paracadute’, attraverso Cdp, che i sindaci potranno attivare se sceglieranno di aiutare i propri concittadini esonerandoli, almeno per un periodo, dal pagare alcuni tributi locali, come l’Imu.