Come la penso io

di Maurizio Feraudo

Non è una questione di partiti e di ricomposizione del centrosinistra. Questo è ciò che si racconta per giustificare una “operazione” che di politico non ha proprio nulla.

Ritengo sia, piuttosto, una questione di rispetto del proprio “elettorato”.

E se così è, non vi è dubbio che si tratti di un “matrimonio” contra naturam.

Perché quello che ha eletto in consiglio comunale l’esponente di Articolo Uno era (ed è !) un elettorato convintamente e fermamente in contrapposizione politica al candidato poi eletto Sindaco.

Ergo, senza fare grossi sforzi di memoria nel ripercorrere a ritroso le vicende che hanno caratterizzato la campagna elettorale ed i primi mesi di confronto in consiglio comunale, la lettura che do è questa:

è una “manovra” che, se da un lato certifica l’incapacità politico-gestionale dell’amministrazione e, dunque, il suo fallimento, dall’altro ufficializza il tradimento politico di un alettorato che mai avrebbe immaginato che il suo voto, oggi portato in dote al Sindaco, avrebbe avuto valore pari ai titoli di banca Etruria.

Maurizio Feraudo