Acri-Mancanza d’acqua, la Laca attacca l’amministrazione comunale

Non si placano le polemiche intorno alla mancanza d’acqua in molte case acresi. Ieri l’associazione Laca (Libera Associazione Cittadini Acresi), in una nota, ha chiamato pesantemente in causa l’amministrazione comunale.
“Acqua bene comune – vi si legge -, acqua bene essenziale. Con un referendum nel 2011 è stato stabilito che dovesse essere interamente gestita dal pubblico ed in maniera trasparente, ma da allora poco o nulla è stato fatto in termini di investimenti nel potenziamento della rete idrica”. Situazione “che ad Acri ricalca interamente quella nazionale, ovvero rete idrica colabrodo, vecchia di decenni, con tubazioni ormai formate quasi interamente da giunti su giunti”.
Per la Laca, “molteplici sono le zone di Acri alle prese con la mancanza d’acqua, come ci testimoniano i nostri concittadini abitanti nelle zone di Salici, Scannelle, Seggio, Serra di Buda, nonché di molte frazioni come Serricella, San Giacomo, Serralonga ecc., insomma tutto il territorio acrese. L’acqua viene razionata da ormai un mese, a seguito di ordinanze del settore manutentivo, che cerca di fare il possibile con le risorse limitate di cui dispone”.
Mentre “dei nuovi due pozzi per la captazione di acqua, con gara aggiudicata definitivamente il 15 giugno scorso, non c’è nessuna traccia. Ci sono famiglie che hanno dovuto provvedere di tasca propria, almeno chi può permettersi di affrontare la spesa, a installare una cisterna oppure alla realizzazione di pozzi per ovviare alla ormai cronica mancanza d’acqua. Mancanza d’acqua che riguarda tutto l’anno, non solo i mesi estivi. E’ anche vero – prosegue la nota – che ci sono alcuni comportamenti sbagliati, che vanno necessariamente sanzionati, come chi utilizza l’acqua per innaffiare il proprio giardino o il proprio orticello. In questo contesto di penuria d’acqua potabile, l’amministrazione ha pensato bene, viste le carenti finanze, di affidare la gestione in concessione le aiuole e le rotonde ai privati. Iniziativa nobile, se non fosse che per la loro irrigazione viene utilizzata acqua pubblica”. Inoltre, “basta farsi un giro su Piazza Matteotti per osservare la fontana zampillare allegramente, alla faccia dei cittadini che non possono cucinare, lavarsi, o semplicemente bere, nel 2016. Nella vana attesa di vedere uscire acqua dai nostri rubinetti ogni volta che vogliamo, assistiamo all’assenza dalle proprie responsabilità dei nostri amministratori, che non danno nessuna risposta per alle esigenze dei cittadini, se non con l’invio del pagamento del saldo delle relative bollette, che continuano ad arrivare anche a chi non ha un servizio regolare”.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 07-08-2016.