ACRI E LA VASTITA’ DELLA SUA INCOMPIUTEZZA

di Comitato per la difesa dei Beni Comuni di Acri

In merito all’odierno racconto riguardante il progetto del” Vocabolario Calabro”ci preme come Comitato Beni Comuni di puntualizzare su questa vicenda non del tutto chiara. Vogliamo  in questa sede percorrere una cronistoria dove poggiare un ragionamento utile e più approfondito rispetto alle considerazioni superficiali, approssimative ed inadeguate del Comitato scientifico della  Fondazione Padula. Di seguito riportiamo tutta una serie di affermazioni attinte sia dal perodico “Confronto” del gennaio 2002, in merito all’articolo “PRONTO IL  DECOLLO NAZIONALE” cronaca del convegno di presentazione del “Vocabolario Calabro di Padula”, a cura di John Trumper edito da Laterza(2001), sia dal verbale n°11 del 17 novembre 2016 della citata Fondazione.

Fonte “Confronto”:

L’articolo in questione riporta le parole del professore Giovanni Ruffino preside della facoltà di Lettere dell’Università di Palermo, del professore Ugo Vignuzzi, ordinario di Storia della lingua italiana, nell’ Università ”La Sapienza” di Roma e dello stesso curatore del vocabolario, John Trumper docente di glottologia all’Università della Calabria

Prof. G. Ruffino: ”Nell’opera di Trumper si fondono due prospettive: Quella del Padula, ottocentesca sia pure con premonizioni molto interessanti per un certo tipo di vocabolaristica piuttosto municipalistica; dall’altro, l’esperienza maturata da Trumper che, partendo da una gabbia molto sommaria e provvisoria fornisce un reticolo impressionante di riferimenti storici, culturali e territoriali… l’opera apre una serie di porte che vanno verso la dialettologia italiana e verso la storia della lingua italiana”.

Prof. U. Vignuzzi: ”L’impianto di questo libro è nuovo: si parte da un gruzzolo di voci e di appunti molto ricchi e si va molto oltre”.

Prof. Trumper : “ Si potrebbe obiettare che nell’opera presentata il Vocabolario Calabro, rispettando il titolo provvisorio Paduliano vi sta poco di Padula e moltissime elaborazioni. Come si sa , Padula, sociologo ante litteram. Uomo di impegno politico e sociale, etnologo, ed in qualche misura pre-antropologo, si interessa di questioni linguistiche e glottologiche in modo marginale rispetto alla totalità della sua produzione”.

Nella stessa occasione il presidente Cristofaro si espresse dicendo: -Presentiamo con orgoglio e grande soddisfazione il volume curato da John Trumper, intitolato “Vincenzo Padula: Vocabolario calabro”. Questa è la quarta pubblicazione promossa dalla Fondazione Padula assieme alla Casa editrice Laterza-.

La somma di queste considerazioni riproduce un completo giudizio positivo sull’iniziativa e produzione editoriali riguardanti l’opera di Trumper. Nulla presagiva un cambiamento di rotta e rivisitazione di un già approvato piano editoriale della Fondazione di cui faceva parte anche il Vocabolario calabro di Padula, purtroppo, però,  solo nella pubblicazione del primo volume. Tale mutamento viene espresso e riassunto nel verbale di riunione del comitato scientifico della Fondazione nel novembre 2016. Da premettere che nell’occasione viene approvata, inoltre, la rescissione del contratto con la casa editrice Laterza adducendo come motivazioni i costi ed alcune inadempienze le quali, se davvero tali, andavano perseguite legalmente trattandosi di spesa di denaro pubblico, ma così non è stato e ciò lascia aperto il dubbio su una ricercata via d’uscita per promuovere un nuovo contratto con la casa editrice Rubbettino.

Fonte verbale: n.11 del 17 novembre 2016:

-Discussione sul prosieguo della pubblicazione del secondo volume del Vocabolario calabro a cura del prof. John Trumper-. “il presidente Cristofaro relaziona sul carteggio intercorso tra il prof, trumper e la Fondazione richiamando il giudizio espresso in precedenza nel comitato scientifico del 24 gennaio 2009,verbale n.8 al punto 2 (il vocabolario di Padula affidato al prof. Trumper è soggetto di rilievi critici da parte di Satriani, Merola, Scafoglio e Morace, da essi ritenuto NON CONGRUENTE con il piano editoriale così come proposto. Cristofaro propone che la pubblicazione degli agltri volumi possa continuare con la pubblicazione in digitale. Non d’accordo gli altri componenti del comitato scientifico)… su proposta di Scafoglio e Satriani si conviene all’unanimità di ritenere NON CONGRUENTE il vocabolario di Padula curato dal prof. Trumper con il piano editoriale della Fondazione e i suoi obiettivi per cui si ritiene che la Fondazione interrompa la pubblicazione dei successivi volumi”.

Alla luce di ciò, la questione diventa una sorta di ossimoro. Cioè, si passa da un giudizio entusiastico e ben espresso negli aspetti analitici ad uno completamente contrario, però senza alcuna analisi approfondita alla quale assenza si aggiungono elementi di ingiustificata negligenza da parte di chi avrebbe dovuto motivare la scelta opposta. Inoltre, si aggiunge un mancato rispetto di chi in precedenza aveva stabilito la pubblicazione dell’opera e si sorvola sulla democrazia interna alla Fondazione non affidata a tutti gli organi decisionali. Infatti, non può concentrarsi nel solo comitato scientifico il potere di decidere, ma diventa essenziale il ruolo del consiglio di amministrazione che qui viene evaso e non considerato, addirittura non sembra intervenire, anche con proprio legittimo arbitrio, come nelle sue funzioni.

L’interruzione della pubblicazione e l’inesistenza di motivazioni, scientificamente espresse, non fanno altro che aprire nuovi scenari dell’incompiutezza meridionale che ad Acri tocca anche le sfere letteraria ed umanistica e, quindi, non solo di opere urbane, quella stessa incompiutezza che il Padula ha sempre denunciato. La superficialità di un comitato che non dimostra nulla di scientifico e che trascura la natura dell’opera di Padula, a cura di Trumper, denota l’inadeguata azione di chi ne fa parte, forse perché, come Satriani, si è più impegnati a presenziare in vari comitati piuttosto che concentrarsi negli studi e ruoli assegnati. Tutto questo acuisce la sua forma di danno prodotto con l’assenza di rimostranze di intellettuali del luogo ed in alcun casi parte della stessa Fondazione. Tralasciando figure come la professoressa Chiodo, remissiva alle decisioni del comitato scientifico di cui fa parte e quella della vice –presidente, Angela Maria Spina, impegnata a rispondere solo se viene attaccata nella sua opera personale e non su ciò che si decide di quella del Padula, si nota l’indifferenza del prof. Abbruzzo e degli assessori alla cultura delle varie giunte in cui questa decisione è stata presa e poi palesata e non meno importante il vuoto di interesse dei sindaci. In questo caso, sia la politica che la cultura non dimostrano attenzione ad un Bene Comune come la Fondazione ed al grave fatto specifico accaduto, privo di alcuna relazione scientifica sul diniego a continuare la pubblicazione dell’importante opera di Trumper sul vocabolario calabro paduliano. Anzi, essi, cultura e politica, dimostrano solo interesse nel presenzialismo alla passerella dei personaggi di turno, magari per un selfie.