Acri-Consiglio comunale, passa la delibera sui residui. Critiche ai revisori

Come spesso accade, la discussione e il relativo voto su provvedimenti di gestione finanziaria dell’ente portano con sé motivi di profonda riflessione politica.
E’ accaduto anche nella riunione del consiglio comunale di martedì scorso, che aveva all’ordine del giorno ben nove punti.
Sono stati tuttavia i primi due a generare ricadute politiche non indifferenti, oltre ad aver adottato provvedimenti che potrebbero portare nuovo ossigeno, quantomeno momentaneo, alle asfittiche casse comunali, oltre che allontanare, ma su questo non mancano i dubbi, lo scettro del predissesto.
Il primo punto era “Delibera di giunta comunale n.59, del 28-04-2015, avente a oggetto “Riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi”, ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto n.118/2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi”. Ripiano del disavanzo”. In sostanza, si tratta di uno strumento che rimette ordine nella giungla dei residui, attivi e passivi, autentica croce per tutte le amministrazioni che si sono succedute. La delibera votata è stata adottata dalla giunta comunale, mentre il consiglio si doveva pronunciare sulle modalità di restituzione, nell’arco di trent’anni, della somma. In pratica, si tratta di circa dodici milioni di euro, che nel tempo andranno recuperati nella riduzione delle spese dell’ente.
Intorno alla questione si è accesa una polemica sul lavoro del collegio dei revisori dei conti, che avrebbero prima dato via libera alla delibera di giunta, poi avrebbero sollevato dei dubbi. Questo doppio giudizio è stato stigmatizzato sia dai banchi della maggioranza, che da quelli delle opposizioni.
Il provvedimento è passato con i voti della maggioranza, le opposizioni hanno votato contro. In realtà anche queste ultime, nel merito, condividono la delibera, ma nella decisione finale hanno pesato questioni di opportunità politica.
Discorso a parte per i due dissidenti della maggioranza: Natale Viteritti e Luigi Cavallotti. Sul punto si sono astenuti, ma hanno votato contro sul secondo: “Mutui a tasso fisso, contratti con la Cassa Depositi e Prestiti. Rinegoziazione. Autorizzazione”. Ora, al di là del merito, che hanno legittimamente motivato, è da tempo che i due non votano in maniera organica con il resto della maggioranza. Anzi, in molti casi ne costituiscono un autentico controcanto. Certo, non conviene alla coalizione che sostiene l’esecutivo favorirne l’allontanamento, anche perché i numeri per governare comunque non mancano.
In ogni caso, dovrebbero essere proprio Viteritti e Cavallotti a spiegare perché continuano a militare in una maggioranza che dai loro interventi e voti rappresenta una sorta di quintessenza di tutti i mali.
Il resto dell’ordine del giorno è stato approvato con i voti di tutti. Solo un punto è stato rinviato e riguarda la discussione sulla istituzione del caffè letterario.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” dell’11-06-2015.