ACRI: Al CUP è Emergenza Sociale

ACRI – Al Cup di Acri ormai è vera emergenza sociale, al punto che ieri sono stati costretti a intervenire i Carabinieri della locale stazione.
Al termine dell’ennesima protesta, alcuni cittadini hanno distrutto il meccanismo di distribuzione dei biglietti. Da giorni c’è chi, pur raggiungendo gli uffici del Cup in ore solitamente dedicate al sonno, non riesce a prenotare le analisi di laboratorio, per poi ricominciare la medesima trafila il giorno dopo.
L’ennesimo fatto di cronaca al Cup si registra proprio mentre il direttore del Distretto Sanitario Valle Crati, Dott. Achille Straticò, convoca i giornalisti per far comprendere quanto stia accadendo. E quel che sta accadendo è ingiustificabile, perché non si può chiedere a un anziano di mettersi in fila per più giorni, in situazioni ambientali rese più difficili dal caldo di luglio, semplicemente perché magari deve fare delle analisi di routine. Peggio, se le analisi servono per qualcosa di più serio.
Il Dott. Straticò esordisce chiedendo scusa per quello che sta accadendo, ma si affretta a spiegare che le responsabilità stanno altrove.
Il direttore del Distretto Sanitario riferisce di “aver inoltrato tre richieste di aiuto al sindaco di Acri, alla Regione Calabria e all’ospedale cittadino”. Si tratta di tre sos che denunciano tutti lo stesso problema:mancanza di personale.
Al sindaco “si chiede di mettere a disposizione qualcuno dei precari del bacino Lsu-Lpu, all’ospedale di aprire uno sportello Cup autonomo e alla Regione di rinnovare la convenzione che mette al servizio del Cup alcune unità lavorative di Calabria Verde”.
Per una delle tante e inspiegabili coincidenze, proprio durante la conferenza stampa la Regione risponde picche. In sostanza, se l’Asp vuole questi lavoratori, se li deve pagare in proprio; ma se così dovesse essere, per l’Azienda Sanitaria Provinciale avrebbe più senso assumerli in proprio.
La sensazione percepita è che vi sia un inestricabile palleggio di responsabilità sulla pelle dei contribuenti, che sono costretti a inenarrabili peripezie per esami che altrove si fanno con un semplice clic.
La situazione è così grave che non sarebbe assolutamente fuori luogo un intervento dell’autorità giudiziaria per accertare eventuali responsabilità.
Questo servirebbe anche a scopo precauzionale, per far si che non si ripetano scene simili a quelle di ieri negli uffici del Cup. Ma servirebbe soprattutto a tutela di cittadini inermi al cospetto di servizi che teoricamente dovrebbero essere garantiti.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 09-07-2014.